Garavaglia: "Speravo che tutto fosse archiviato"

L'assessore regionale commenta il rinvio a giudizio deciso nei suoi confronti dalla magistratura milanese, nell'ambito dell'inchiesta che, proprio un anno fa,investì e travolse l'allora vicepresidente di Regione Lombardia Mario Mantovani

L'assessore Massimo Garavaglia

L'assessore Massimo Garavaglia

Marcallo con Casone (Milano), 21 ottobre 2016 - «Vado avanti come e più di prima». Non molla Massimo Garavaglia, assessore al Bilancio e all’Economia a Palazzo Lombardia e «uomo forte» della Giunta di Roberto Maroni. «Se devo essere sincero – confessa - ho sperato fino all’ultimo in un’archiviazione immediata della mia posizione. Però, devo anche dire che, considerata la prassi processuale, in queste situazioni, diventa difficile sfuggire al rinvio a giudizio e così è stato». L’ex sindaco di Marcallo con Casone è stato così rinviato a giudizio mercoledì dal gip Gennaro Mastrangelo con l’accusa di turbativa d’asta in relazione alla gara per l’affidamento del servizio di trasporto di malati dializzati, assieme ad altre 12 persone.Vicenda che risale giusto a un anno fa. Garavaglia all’inizio ha incassato male la cosa. «Ma oggi – dice – le cose vanno meglio. Ieri sera, il momento peggiore. Poi metti a fuoco le cose e vai avanti per la tua strada. Oggi sono qui a Roma a fare il mio lavoro alla conferenza Stato Regioni» Il già Senatore della Lega Nord, conosce bene i tempi della ‘macchina mediatica’. «Per qualche giorno si andrà avanti così, ma la cosa che più dispiace è per la mia famiglia. Volevo evitare a mia moglie, alle mie figlie e a mio papà, tutto questo. Ecco questo è quello che più mi fa male, per questo sono amareggiato ma fa parte delle regole del gioco».

«Sgara» - come lo chiamano gli amici dall’epoca dei Gamba de Legn, la band di musica dialettale di cui è stato cofondatore – però si dice «doppiamente fiducioso»nell’operato della magistratura. «Il mio nome è finito in una maxi inchiesta di centinaia di pagine. Ma l’ordinanza riferita al sottoscritto è poco meno di una paginetta». Insomma, dovrebbe trattarsi di «poca roba». Va detto a questo proposito che sin dall’inizio dell’indagine l’assessore regionale si è proclamato innocente, chiedendo anche di essere sentito dal pubblico ministero. Garavaglia, che è assistito dall’avvocato Jacopo Pensa, vorrebbe che l’iter giudiziario fosse il più veloce possibile. «Ma so bene – sospira – che vicende del genere nel nostro Paese possono andare avanti anche per un paio di anni e più». In attesa che torni il sereno, lui va avanti per la sua strada. Probabilmente, era peggio quando un anno fa di questi tempi scoppiò tutto il baillame. «Sarebbe stupido punirsi da soli – conclude Garavaglia, – la mia situazione, peraltro, non rientra nemmeno nelle fattispecie previste dalla legge Severino. Alla fine si chiarirà tutto».