Bimba ingerisce droga e va in coma: ai genitori divieto di avvicinamento

La bambina, colta da malore mentre si trovava in un parchetto di San Vittore Olona, era stata esposta per almeno sei mesi a un mix di sostanze stupefacenti attraverso il latte materno

Un’ambulanza all’ospedale di Legnano

Un’ambulanza all’ospedale di Legnano

San Vittore Olona (Milano), 17 novembre 2017 - Dagli accertamenti diagnostici era stato evidenziato che per sei mesi una bambina di poco più di un anno era stata esposta (con ogni probabilità attraverso il latte materno), a droghe di vario genere: dall'hascisc all'anfetamina, dall'ecstasy alla ketamina. Due mesi fa la piccola era poi andata in coma ed era stata fortunatamente salvata dai medici dell'ospedale di Legnano. Ora, ai genitori è stato notificato un provvedimento di divieto di avvicinamento alla bimba. La piccola si era sentita male lo scorso 11 settembre in un parchetto di San Vittore Olona per poi essere trasportata d'urgenza in ambulanza all’ospedale di Legnano e ricoverata in Rianimazione per "intossicazione da thc", il principio attivo della cannabis.

Fortunatamente, all'indomani, le sue condizioni erano migliorate ma a carico dei genitori, residenti a Torino, erano state avviate delle indagini per chiarire quanto di preciso fosse successo. Gli stessi genitori avevano dichiarato che la piccola aveva raccolto della sostanza per poi ingerirla senza che loro se ne accorgessero. Ma non era vero. L’indagine, condotta dalla polizia di Stato di Legnano coordinata dal vicequestore in forza a Legnano Francesco Anelli, sotto la direzione del magistrato Nicola Rossato della Procura della repubblica del Tribunale di Busto Arsizio, ha infatti evidenziato un quadro totalmente diverso, quanto allarmante.

Gli esami tossicologici disposti sulla povera bimba, hanno evidenziato che nei sei mesi antecedenti il suo malore, la stessa bambina era stata esposta continuativamente a cannabis, oppiacei, anfetamina, ecstasy e ketamina. A farla stare male sarebbe stato un mix di hascisc e anestetico dissociativo, ingerito (probabilmente veicolato dal latte materno) nelle 48 ore che hanno preceduto il suo ricovero. Alla luce di quanto scoperto, ora i genitori non potranno più avvicinare la bambina, almeno finché la misura cautelare adottata sarà in vigore. Tale provvedimento è stato notificato anche ai servizi sociali, affinché venga investito il Tribunale per i minori di Torino circa la collocazione della minore, che allo stato attuale si trova presso la casa dei nonni paterni.