La barca che parla alle auto: il progetto legnanese ha stregato il salone nautico / FOTO

Alessandra Passarello e Simone Schiano hanno conquistato il primo premio al salone Nauticsud di Napoli

Simone Schiano e Alessandra Passarello

Simone Schiano e Alessandra Passarello

Legnano (Milano), 9 marzo 2017 - Una passione per il mare e per la nautica che nasce dall’infanzia, un percorso di studi calibrato in questa direzione, la stretta collaborazione con l’alter ego ingegneristico e la giusta determinazione: ecco gli ingredienti mixati nella ricetta della legnanese Alessandra Passarello, trent’anni compiuti da pochi giorni, laureata in design navale nautico dopo una precedente laurea in design degli interni al Politecnico di Milano. Lei e Simone Schiano, ingegnere di origini toscane, con il loro progetto della barca Zefìro hanno portato a casa da Napoli, al salone Nauticsud, il primo premio, assegnato dopo il confronto con altri dieci designer italiani under trenta arrivati a questa fase finale. Un importante riconoscimento nel percorso che Alessandra e Simone stanno compiendo in un settore certamente di nicchia, ma con enormi potenzialità.

«Tutto nasce dalla passione per macchine e barche che i miei genitori mi hanno aiutato a sviluppare: in famiglia fin da piccini siamo stati abituati ad andare in barca, su barche a motore, e con mio padre ho cominciato a girare per saloni nautici da quando avevo otto anni: il resto è venuto da solo - racconta Alessandra -. Io e Simone ci siamo conosciuti al primo anno di università a La Spezia, lui ingegneria e io design, scoprendo un’affinità notevole. Abbiamo pensato di portare avanti un progetto di tesi insieme e quello stesso progetto è stato poi presentato al concorso di Napoli. Il concept della nostra barca è stato sviluppato a partire dal linguaggio stilistico di un’auto e poi riadattato. Un lavoro che, ad esempio, ha fatto anche Mercedes creando la Silver Arrow, il progetto extra automotive della casa automobilistica tedesca. Io amo barche e automobili, e così quando ho visto il concept della Maserati Alfieri ho cominciato a immaginare come adattarlo al mare: abbiamo prima proposto a Maserati l’idea di collaborare e quando l’accordo non è andato in porto abbiamo proseguito per conto nostro, senza legare il noto marchio al progetto. Quell’auto resta però l’elemento stilistico, elegante e muscoloso, di riferimento». 

Così si arriva a Napoli: «Ho saputo del concorso per caso e abbiamo deciso di partecipare con la nostra idea di imbarcazione che, entro la fascia dei 30 metri, corrispondeva ai requisiti richiesti - continua Alessandra -. Simone si è occupato di strutture e impianti, io sostanzialmente della parte del design. A livello di concept c’erano tanti, splendidi progetti, ma nessuno è arrivato al livello di approfondimento del nostro, con una parte di ingegneristica così ricercata. Questo ci ha premiati e la bontà del progetto ci è stata riconosciuta anche dagli organizzatori, Vincenzo Nappo, fondatore del cantiere MV Marine e consigliere di Ucina e l’ingegner Luigi Vitiello, dell’Università Federico II di Napoli».  Vinto il concorso, ora si parla di futuro: «Per molti il sogno è quello di uscire dall’università e poi andare a lavorare per un grande cantiere. Non è la nostra idea, non vogliamo essere solo l’ultimo ingranaggio. Preferiamo rischiare e apriremo al più presto un nostro studio di progettazione: questa è la nostra strada».