Cave di Casorezzo, la rabbia degli ambientalisti

Dopo il mezzo sì arrivato dalla Città Metropolitana, il timore di chi si batte contro i progetti della Solter è che non ci sia più nulla da fare. Ma comitati e sindaci non demordono

Il comitato non intende gettare la spugna

Il comitato non intende gettare la spugna

Busto Garolfo (Milano), 30 giugno 2017 - Lentamente sta calando il sipario sulla vicenda della discarica di rifiuti presso le Cave di Casorezzo, nel Legnanese. Martedì scorso negli uffici della Città Metropolitana di Milano l’ultimo atto di una storia lunga quasi vent’anni. Unico attore rimasto sulla scena Bruno Bella, patron della Solter srl con sede a Saronno, che dopo tre anni di scontri infuocati con le amministrazioni pubbliche di Busto Garolfo e Casorezzo, il Parco del Roccolo e le associazioni ambientaliste che si battono contro il progetto, ha vinto una battaglia combattuta a suon di carte bollate e perizie tecniche.
 
La discarica di rifiuti speciali non pericolosi si farà: i tecnici di Palazzo Isimbardi hanno infatti considerato soddisfacenti le modifiche introdotte dalla Solter e quindi si stanno preparando a rilasciare l’autorizzazione integrata ambientale necessaria per iniziare l’attività di conferimento dei rifiuti. L’hanno confermato durante la conferenza dei servizi di martedì. Tutti gli altri oppositori sono stati relegati al ruolo di comparse. La distanza dalle coltivazioni di riso, la profondità dal piano cava, la vicinanza dei centri abitati, da subito considerati aspetti ostativi alla concessione delle autorizzazioni, sono finiti dietro le quinte e al termine di una seduta fiume di quasi sette ore, il colpo di scena. Tutte le criticità che nella conferenza dei servizi dello scorso aprile avevano fatto emettere da Palazzo Isimbardi un preavviso di diniego, sono state superate dalle modifiche apportate al nuovo progetto che a questo punto diventa autorizzabile. I comitati contrari alla riapertura delle cave, dal canto loro, promettono di nuovo battaglia. «Le ragioni per dire no al progetto erano chiare. Il territorio ancora una volta non è stato ascoltato», affermano in coro.