Magenta, nelle case di via Toti degrado e abusivismo

Piastrelle che cadono dai balconi, cumuli di rifiuti e appartamenti occupati. Una vita ai margini della città per gli inquilini degli appartamenti Aler

Il caseggiato Aler di via Toti, a ridosso della ferrovia

Il caseggiato Aler di via Toti, a ridosso della ferrovia

Magenta (Milano), 26 febbraio 2017 - Esiste dall’inizio degli anni Ottanta il complesso Aler di via Toti a Magenta. Erano gli anni del boom economico, della forte immigrazione dal meridione e della necessità di costruire case a prezzo agevolato per tutti. Oggi quel complesso Aler, di fronte alla linea ferroviaria Milano-Torino, è ridotto in condizioni di degrado spaventose. Si sale la rampa che porta all’ultimo piano e si trovano pezzi di bicicletta e rifiuti buttati in giro. Si osservano i balconi. Alcuni vengono usati come deposito di rifiuti. Fanno parte delle cosiddette case di nessuno. Quelle che non vengono assegnate da Aler e che sono preda degli abusivi. Soltanto pochi giorni fa una giovanissima famiglia composta da mamma di vent’anni, il compagno di 23 e il loro bimbo di sei mesi ha dovuto lasciare l’appartamento al civico 117. Si erano introdotti in quella casa tre mesi fa, ma sono stati costretti a lasciarla. 

"Prima che occupassero quella casa li ho ospitati nella mia – commenta Pasquale Deiana –. In condizioni invivibili, perché non si poteva certo andare avanti in quel modo. Mia figlia e il loro bimbo in una cameretta piccolissima, impossibile anche pensarlo». Deiana è uno dei primissimi inquilini che arrivarono a Magenta per abitare in una casa popolare. Ci parla di un affitto esagerato che non riesce a saldare da un anno. «Con la pensione che prendo non posso farcela», aggiunge. I muri sono scrostati, camminando lungo i corridoi che attraversano gli appartamenti si rischia di inciampare perché c’è sempre qualche mattonella sporgente. E nessuno sistema. È così da anni. Manutenzioni rarissime e insufficienti. A volte le schegge delle mattonelle si staccano dai balconi. «C’è anche il rischio che colpiscano qualcuno», commenta un altro residente. Servirebbero interventi importanti e costosi. Forse impossibili da realizzare.