Bareggio, il dirigente finito a fare lo spazzino

Un demansionamento di tre gradi di livello che un dirigente è stato costretto a subire dopo essere stato prima lasciato a casa

Pasquale Fulginiti (Studio Sally)

Pasquale Fulginiti (Studio Sally)

Bareggio, 31 agosto 2017 - Da capocantiere, ad addetto alla raccolta dei rifiuti con un furgoncino. Un demansionamento di tre gradi di livello che un dirigente, Pasquale Fulginiti di Bareggio, è stato costretto a subire dopo essere stato prima lasciato a casa – in pratica, licenziato – e poi riammesso in azienda grazie a una sentenza del giudice del lavoro. Riammesso sì ma, appunto, con un ruolo e delle mansioni che non erano più quelle di prima (pur a parità di stipendio). Di casi come questo l’Italia è purtroppo piena.

Ma ciò che è successo a quest’uomo sui cinquant’anni ha del singolare: vittima suo malgrado di un provvedimento aziendale che nessuna sua condotta avrebbe determinato, costretto a rivolgersi a un legale per difendersi (l’avvocato Cristiano Bettinelli di Legnano) e tuttora impelagato in ben 4 procedimenti giudiziari aperti (oltre a due già chiusi) fra ricorsi e controricorsi della controparte, e cioè della multinazionale del settore igiene ambientale, la francese Derichebourg San Germano, che è stata costretta a subire a gennaio di quest’anno la sentenza di reintegro disposta dal giudice del lavoro; «ma che ancora oggi – spiega l’avvocato Bettinelli – non applica quanto deciso a luglio dal presidente della sezione Lavoro del Tribunale, Pietro Martello, che impone che a Fulginiti vengano ridate le stesse funzioni e lo stesso livello. Una palese e grave violazione di una sentenza di un tribunale italiano. Non solo, hanno anche deciso di opporvi un reclamo».

La vicenda ha inizio nel maggio 2016, quando la San Germano subentra con un appalto nella gestione del centro rifiuti che si trova fra Buccinasco e Cesano Boscone alla «Area Sud Milano». Tutti i dipendenti in pratica passano alla San Germano, tranne un paio. Quello che accade invece a Fulginiti fa storia a sé. «Mi viene comunicato che il mio posto di capocantiere non c’è più – racconta, con il volto segnato di chi da due anni sta vivendo un incubo –. Io, che fino a quel momento avevo solo pensato al lavoro, che non mi ero mai assentato per malattia o alro, mi sono ritrovato a casa». Fulginiti si rivolge a un avvocato. A gennaio di quest’anno vince la causa: il giudice dispone il reintegro. L’azienda prende però tempo. Solo ad aprile sarà riammesso. E qui arriva il primo colpo di scena: riammesso sì, ma a fare in pratica lo spazzino.

Per giunta nei Comuni del Pavese e del Lodigiano. Bettinelli fa allora partire un’altra causa, per chiedere la ricollocazione a un ruolo dirigenziale. Il giudice Martello dà loro soddisfazione. Siamo ormai a luglio. Un mese dopo, quel disposto rimane lettera morta. Anzi, l’azienda ha presentato un ricorso al quale Bettinelli farà opposizione. Sarà esaminata il prossimo 29 settembre. Intanto, Pasquale continua ad alzarsi tutte le mattine alle 4 per andare a pulire le strade nel Lodigiano. Dopo avere trascorso un’altra notte insonne.