Bimba cade nel Naviglio, lui si butta e la salva: "Sapevo di dover fare in fretta"

Parla Stefano D'Amico, di Garbagnate Milanese ma anestesista rianimatore dell'ospedale di Legnano, che ha salvato la bambina di sette mesi caduta nel Naviglio Grande

Stefano D'Amico

Stefano D'Amico

Legnano (Milano), 24 agosto 2016 - Ha salvato una bambinaStefano D'Amico 41 anni, anestesista rianimatore all'ospedale di Legnano dal 2011, di Garbagnate Milanese, il giorno dopo è al lavoro, anche dopo una notte passata completamente in bianco: è lui che è intervenuto a Bernate Ticino, ripescando dalle acque del canale la bambina di sette mesi sprofondata nel Naviglio Grande ancora assicurata alla bicicletta guidata dalla madre. 

"Ogni tanto vado in quella zona a correre e ho sentito delle grida - racconta  D'Amico ricordando il pomeriggio di ieri -. L'evento era già successo e non ho avuto modo di vedere come sia accaduto. La donna era in acqua e  una ventina di metri a monte c'era la bicicletta completamente sommersa e con la bambina ancora assicurata al seggiolino". 

D'Amico si è gettato, ha aiutato la donna e poi trascinato fuori la bicicletta: "Sono entrato in acqua di piedi - continua - ho preso la bicicletta di peso e l'ho portata fuori dall'acqua. La bambina era esanime e ancora imbracata. Credo che non siano passati più di cinque minuti da quando l'episodio è accaduto al momento in cui ho iniziato le procedure di rianimazione".

"Ho cominciato le manovre di rianimazione e con l'aiuto delle persone accorse sul posto abbiamo proseguito credo per una trentna di minuti con il massaggio cardiaco - racconta ancora il medico -. La bambina vomitava, così come capita sempre nei casi di annegamento. A quel punto è arrivato il medico del 118". Può darsi che a quel punto sia stata somministrata dell'adrenalina alla bambina e,sempre secondo la ricostruzione successiva all'intervento di D'Amico, il cuore della piccola ha ricominciato a battere. “Sì, io a quel punto avevo già ceduto il testimone al medico del 118, essendo stato in questa occasione una sorta di soccorritore occasionale. Le manovre rianimatorie avanzate sono state dunque fatte dal personale arrivato sul posto dopo la mia rianimazione di base”.

Andrà a far visita alla bambina? “Sinceramente non lo so. Credo che in questo momento vada rispettata in tutto la privacy della famiglia. Se loro volessero esprimere il desiderio di incontrarmi certo, altrimenti vorrei, come è sempre capitato nella mia vita, restare il più possibile defilato”.