Rapina choc, Arconate abbraccia la ragazza-eroina: "Hai grande coraggio, meriti un premio"

La rapina di sabato notte in via Matteotti: caccia aperta al commando

Aggressione ad Arconate (Studiosally)

Aggressione ad Arconate (Studiosally)

Arconate (Milano), 21 febbraio 2017 - Paura e rabbia ha suscitato la notizia dell’uomo e di sua figlia che sabato sera ad Arconate sono stati aggrediti da tre ladri in via Matteotti. E tante le espressioni di solidarietà verso lo stesso cinquantatreenne che, vedendo la banda tentare un furto ai danni di una panetteria, è intervenuto, sventando il colpo ma scatenando anche la rabbia dei malviventi: l’uomo è stato poi trasportato in ospedale in ambulanza per essere medicato delle ferite riportate. Tantissimi, poi, anche gli elogi verso la ragazza che di fronte alla scena raccapricciante del padre che veniva picchiato a sangue, non ha esitato un attimo e ha indotto i balordi alla fuga: anche lei ha subìto per questo suo gesto di coraggio l’aggressione da parte dei tre (scappati a bordo di un Bmw nero di grossa cilindrata) necessitando poi le cure dei medici in nosocomio. Ora entrambi stanno meglio.  Hanno fatto ritorno a casa, anche se difficilmente potranno dimenticare l’incubo vissuto in quegli interminabili istanti di puro terrore. Sulle tracce dei ladri (rimasti anche loro leggermente feriti) ci sono invece i carabinieri della Compagnia di Legnano: sono stati raccolti dalla Scientifica elementi utili all’indagine e non si escludono sviluppi. In attesa, l’unica certezza è il dibattito che si è aperto su quanto è successo: «Si parla tanto di senso di responsabilità e del bandire ogni genere di indifferenza e omertà – dicevano ieri alcuni anziani in piazza ad Arconate –. Ecco perché a quest’uomo e a sua figlia andrebbe riconosciuto un encomio. Sono un esempio di virtù civili: basta col girare lo sguardo per evitare coinvolgimenti pericolosi». C’è anche però chi invece si appella alla prudenza e invita, di fronte a questi casi, a limitarsi a contattare le forze dell’ordine.  «Ritengo che la questione sia spinosa – obiettiva ieri un uomo –. Attenzione infatti ai rischi che si possono correre. Sono stato tra i primi ad accorrere sul posto dopo aver sentito le grida della ragazza che chiedeva aiuto. Conosco sia lei che suo padre e mi dispiace molto per quanto di terribile è loro successo. Francamente io non avrei avuto il loro stesso coraggio». Ma tra la paura (comprensibile) e l’indifferenza (inaccettabile) c’è la coscienza di chi non ce la fa proprio a voltarsi dall’altra parte, anche se poi tra l’omertà e l’eroismo ci sono anche innumerevoli altre sfumature. Fondamentale quindi è sempre imparare a come comportarsi di fronte a simili eventualità, perchè se è vero che «il coraggio uno non se lo può dare» – come diceva don Abbondio di fronte al cardinale Federigo che gli rimproverava di non aver celebrato il matrimonio di Renzo e Lucia – le buone abitudini di cittadini responsabili, si possono sempre apprendere.