Piscina di Abbiategrasso, il Comune: "Vi aiuteremo a riavere i soldi"

Si apre uno spiraglio per gli oltre mille abbonati alla piscina Anna Frank che pensavano di aver detto "addio" ai propri soldi

Un interno della piscina quando era in funzione

Un interno della piscina quando era in funzione

Abbiategrasso (Milano), 27 maggio 2017 - Si apre uno spiraglio per gli oltre mille abbonati alla piscina Anna Frank che pensavano di aver detto addio ai propri soldi. Il Comune, infatti, non considera chiuso il contenzioso con il gestore dell’impianto che aveva comunicato l’impossibilità di rimborsare gli utenti, e vuole scoprire il numero dei creditori e la somma dovuta ad ognuno di loro. "Una volta raccolti i dati saranno valutate le modalità di richiesta del rimborso al gestore ed eventuali azioni da intraprendere" hanno fatto sapere dall’amministrazione comunale.

Come possono fare i cittadini che si erano iscritti? Semplice. Tutti coloro che intendono chiedere rimborso devono presentarsi all’ufficio Relazioni con il pubblico di Piazza Marconi. C’è tempo dal 29 maggio al 15 giugno, ma è necessario portare con sé i documenti che provino il pagamento effettuato. In alternativa si può inviare la documentazione completa (modulo che si trova sul sito del Comune e scontrini o ricevute) all’indirizzo mail . Continuano, dunque, gli strascichi polemici dopo la decisione dell’amministrazione comunale di chiudere l’impianto per motivi di sicurezza. Una decisione che aveva amareggiato Eros Pavon, gestore dell’Anna Frank per conto della società Equipe Italia, e che aveva causato la perdita del posto di lavoro per venti giovani. Pavon aveva sempre dichiarato di essere la vittima in questa vicenda, mentre l’amministrazione comunale è di tutt’altra idea e ha già annunciato azioni legali per ottenere il rimborso dei cittadini abbiatensi che frequentavano i corsi nell’impianto natatorio.

Alla fine di gennaio, l’amministrazione aveva deciso la chiusura della piscina dopo alcuni sopralluoghi e dopo aver riscontrato delle infiltrazioni nel tetto della struttura. Dal resoconto di un tecnico, risultava che il costo per sistemare la copertura dell’impianto e altre zone ammalorate le cui condizioni erano note da tempo si aggirerebbe intorno ai 4 milioni di euro, una cifra che l’amministrazione non ha mai avuto intenzione di spendere. Da qui la scelta di chiudere e puntare tutto sulla realizzazione di un nuovo impianto, ad oggi ancora impossibile senza finanziatori esterni.