Legnano, 23 aprile 2014 - Ha forzato assieme a un complice il distributore di bevande per recuperare le monetine al suo interno. Peccato che le sue gesta siano state immortalate dal sistema di videosorveglianza in funzione in quel momento nella stazione di servizio Shell, in viale Sabotino, presa di mira nel corso di un blitz avvenuto in piena notte.

Una dimenticanza, quella di non essersi reso conto che praticamente come tutti i punti di rifornimento anche questo era dotato di telecamere, che comporterà qualche problema a breve per il suo autore: un giovane irregolare di nazionalità tunisina che ha agito assieme a un complice.

Mentre per quest’ultimo, abilmente camuffato con felpa e cappuccio calato sul viso, non ci sono elementi sufficienti per risalire alla sua identità, per il primo la polizia ha chiaro di chi si tratti: una “vecchia conoscenza”, come si dice in questi casi, già nota agli uomini e alle donne del commissariato di via Gilardelli.

Un clandestino senza fissa dimora che bazzica in città da tempo, che per tirare a campare ha già collezionato un discreto numero di precedenti simili e nei confronti del quale, adesso, il vicequestore Francesco Anelli chiederà alla magistratura di emettere un provvedimento di natura restrittiva: la custodia cautelare in carcere o eventualmente, visto che ci sono le condizioni, l’espulsione dal territorio nazionale.

Se il problema dei blitz ai distributori di bevande rappresenta un nuovo trend per i disperati alla ricerca di qualche spicciolo — a Legnano ci sono già stati dei casi simili nella sede della Cgil e in stazione, dove le due macchinette presenti sono state messe fuori uso in più di un’occasione — gli agenti del commissariato sono rimasti impegnati, sempre nella notte fra sabato e domenica di Pasqua, anche nei controlli alle persone sottoposte ai domiciliari o al regime di sorveglianza speciale.

Ed è proprio nel corso di una di queste verifiche che è stato trovato fuori dalla sua abitazione un sudamericano responsabile di una rapina. I poliziotti l’hanno sorpreso mentre a notte fonda, erano circa le due, stava rincasando come se niente fosse. Peccato che quando l’uomo si è presentato davanti al pm di turno, il magistrato ne abbia ordinato l’immediata scarcerazione e il ripristino della misura dei domiciliari. Stesso provvedimento preso una settimana fa nei confronti di un altro sorvegliato speciale legnanese: trovato fuori casa dagli agenti nelle ore in cui non doveva muoversi e riammesso dal tribunale allo stesso trattamento soft. Salvo poi essere arrestato dai carabinieri a Rescaldina il giorno dopo, perché taglieggiava e infastidiva alcuni esercenti. Le porte che si sono aperte, stavolta, erano quelle di ferro del carcere.
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