Legnano, 22 aprile 2014 - Pronti a “comprare” i pali della luce, almeno se la trattativa con Enel So.l.e. porterà a identificare una cifra che possa stare bene a entrambe le parti in causa: a oltre un anno dalle prime indicazioni in merito, l’unica novità in questa questione riguarda però il testo di una delibera recentemente approvata in commissione Opere Pubbliche, che dovrà dare mandato alla giunta per sedersi al tavolo con Enel e trattare l’acquisizione degli impianti a partire da un cifra pari a circa 500mila euro. Resta da capire, invece, chi e come gestirà gli impianti una volta acquisiti.

La decisione di abbandonare Enel So.l.e e diventare proprietari degli impianti con l’obiettivo di risparmiare e rinnovare la rete era stata annunciata nel gennaio dello scorso anno. Un percorso non semplice, che aveva come punto di partenza i contratti datati metà degli anni ‘70 che legano i Comuni, e anche Legnano, a Enel, poi Enel so.l.e. Una tipologia di contratti che oggi apparirebbe assurda: Enel mette i pali, il Comune ne paga l’80% e oltre a lasciare la proprietà a Enel, stipula con la stessa anche un contratto per la manutenzione, la gestione e la fornitura di energia. Un legame tanto stretto quanto indesiderato che Legnano, sulla base delle ultime sentenze e interpretazioni, ha scelto di provare a interrompere considerando che il servizio deve oggi essere gestito con impianti di proprietà.

Enel risulta proprietaria di 5.031 impianti in città ed è su questi che si andrà a discutere il prezzo (senza dimenticare che l’80% di ogni palo lo ha già pagato il Comune...). Nel caso sfumasse la compravendita bonaria, si passerebbe alla procedura del riscatto che non è subordinata all’assenso di Enel. Va detto che il Comune aveva già lavorato sul contratto di manutenzione (si partiva da 50 euro annue per ogni palo gestito da Enel So.l.e...) ottenendo un risparmio sostanziale. Una volta completata l’acquisizione degli impianti, il punto di arrivo è un solo appalto per fornitura di energia e manutenzione che, rispetto al milione 100mila euro annui di oggi, permetterebbe un contenimento di almeno il 30% della spesa. E qui si presenta un altro problema: alla fine del 2013 in Consiglio, proprio discutendo delle linee guida che Amga avrebbe dovuto seguire e dei nuovi campi di business, era stato fatto più di un accenno alla volontà del Comune di affidare proprio alla spa la gestione dell’illuminazione pubblica. Un ambito di lavoro sul quale, però, sembra non si sia lavorato: concentrati sulla necessità di rimettere in sesto una società giudicata allo sbando, infatti, i nuovi vertici sembrano aver ridotto al minimo lo sforzo per cercare di disegnare con precisione i futuri campi di intervento.

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