Legnano, 19 aprile 2014 - Quanto vale la Franco Tosi Meccanica? Di preciso non è dato saperlo, quel che è certo è che l’elemento preminente è il denaro. In seconda battuta arriva l’occupazione e al terzo posto c’è il piano industriale. Come dire: il presente prima di tutto, il futuro può anche essere messo in secondo piano. A stabilirlo, di fatto, è il ministero dello Sviluppo economico, che ha ufficialmente autorizzato l’avvio della procedura di vendita. Stabilendo delle percentuali ben precise in merito agli elementi che maggiormente incideranno sulla scelta della prossima proprietà della fabbrica legnanese di turbine: il prezzo conterà per il 50%, i livelli di occupazione per il 30 e il piano industriale per il 20. «Questo significa che è avvantaggiato chi offre più soldi — commentano i sindacati — e non chi pensa a garantire un futuro alla Tosi e ai suoi lavoratori. Sembra una procedura da tribunale fallimentare più che altro. La tanto sbandierata volontà di salvaguardare la continuità aziendale adesso quanto conta?».

Nel documento realizzato dal Ministero si parla anche di un altro limite, che potrebbe risultare penalizzante per più di una società: il fatturato medio di 50 milioni di euro l’anno negli ultimi tre. Si è invece stabilito di non recepire il suggerimento del Comitato di Sorveglianza di innalzare il limite a 70 milioni. In questo modo vengono di fatto tagliate fuori società del calibro di Termomeccanica e Patel, due delle aziende che nell’ultimo anno hanno dimostrato di essere quelle maggiormente interessate all’ingresso in Franco Tosi Meccanica. Ora quello della vendita separata soprattutto degli immobili, ovvero il timore dello «spezzatino» sembra essere sempre più concreto. Anche se il Ministero stabilisce che l’offerente affitterà gli immobili, che rimangono comunque di proprietà della Tosi.

di Cristiana Mariani