Abbiategrasso (Milano), 15 aprile 2014 - Follie della burocrazia? Acredine di un funzionario comunale troppo ligio al proprio dovere? Fatto sta che anche un’associazione non profit come Telefono Azzurro ha dovuto inchinarsi allo strapotere dei burocrati di professione. Unico caso in Italia, l’associazione che difende i bambini contro i maltrattamenti si è vista chiedere dal Comune il pagamento del plateatico: 46 euro per il gazebo allestito sabato in piazza Marconi, dove si sono raccolti fondi per la difesa dei bambini. Un’iniziativa meritoria che ha legato Abbiategrasso a migliaia di altre piazze italiane, ma sfregiata da una burocrazia comunale che si è mostrata implacabile nell’applicare i regolamenti alla lettera. Tanto più che quei 46 euro, che di certo non avrebbero arricchito le casse comunali, potevano anche non essere richiesti. «E’ come se la burocrazia, anzichè aiutare chi s’impegna a favore dei deboli, lavorasse per metterti i bastoni fra le ruote».

Vittorio Malvezzi, segretario della Pro loco, scuote la testa. Insieme alla sua associazione e agli Alpini, Malvezzi ha collaborato con Telefono Azzurro alla raccolta di fondi e al disbrigo delle pratiche per l’organizzazione dell’evento. «Le difficoltà sono sorte subito - spiega Malvezzi -. La Polizia locale ha chiesto al rappresentante locale di Telefono Azzurro di produrre un atto che comprovasse l’identità dell’associazione. Era un po’ come chiedere la carta d’identità al presidente della Repubblica, o indagare su chi sia la croce Rossa». Ma Telefono Azzurro si adegua e invia la copia del suo statuto autenticato da bolli notarili. «Ma la vera sorpresa arriva alla vigilia dell’evento - dice Malvezzi -. Il Comune chiede 59 euro, poi scontati, per il gazebo di piazza Marconi. Un vero e proprio balzello, visto che di solito, nel caso di iniziative benefiche, il Comune non chiede soldi e dà il suo patrocinio. Nel caso di Telefono Azzurro è successo il contrario».

Ma non basta. «Poi scopriamo che quella tassa avremmo potuto tranquillamente evitarla - s’indigna Malvezzi -. Infatti l’incaricato del Comune si era stranamente scordato di spiegarci un dettaglio. Se avessimo chiesto un permesso della durata di 8 ore, la concessione sarebbe stata gratuita. L’avessimo saputo, avremmo seguito quella procedura. E soprattutto sarebbe stata una nostra libera scelta». «Sono dispiaciuto - dice il sindaco Pierluigi Arrara -. Queste cose non devono accadere. Siamo da sempre vicini alle associazioni non profit e abbiamo sempre fornito il nostro aiuto. Istruiremo i funzionari del Comune affinché ciò non si ripeta più».