Legnano (Milano), 4 aprile 2014 - Quasi settantamila metri quadrati, a pochi passi dall’ingresso dell’autostrada dei Laghi, da quasi quindici anni abbandonati e oggi in cerca di nuova collocazione: è questa la situazione della caserma Cadorna, una volta affollata di militari e trasformata ora in uno degli snodi fondamentali su cui costruire il futuro urbanistico di una città che, ormai da tempo, è obbligata a scommettere sul riutilizzo delle aree dismesse, industriali e non. Che cosa sorgerà in quest’area, talmente appetibile da spingere il Demanio a inserire il lotto tra quelli da valorizzare e mettere sul mercato?

I prossimi mesi saranno importanti per dare una dimensione concreta alle tante idee che si sono succedute negli anni. In un quadro incerto, nel quale era difficile capire se l’interlocutore dovesse essere il ministero della Difesa o il Demanio, lo scorso anno era stata l’amministrazione comunale legnanese a compiere un passo in più: in piena estate il sindaco aveva deciso di prendere carta e penna per richiedere formalmente se la caserma Cadorna fosse disponibile nell’elenco dei beni del cosiddetto ‘federalismo demaniale’, procedura che avrebbe permesso al Comune di entrare in possesso, a titolo gratuito, dell’immobile.

La risposta, però, non aveva lasciato speranze: sul piatto non c’è un’area di poco conto, ma un lotto che, anche in tempi di magra per il mercato immobiliare come sono questi, può risultare interessante per gli operatori del settore e per questo al Comune era stato risposto che l’immobile, «potenzialmente redditizio», era stato inserito nel programma di vendite, non certo nella lista dei regali. La scelta è poi stata confermata a inizio 2014, quando la Cadorna è ricomparsa nella lista di caserme o ex carceri militari sul territorio nazionale inserite in un fondo di investimento immobiliare, annunciata dal ministro Mario Mauro. L’unica possibilità di rivedere la Cadorna nella lista dei ‘gentili omaggi’ del Demanio — o comunque di immaginare una diversa modalità di assegnazione con altro iter — sarebbe quella di non trovare sul mercato nei prossimi mesi il potenziale acquirente privato. Ma quale soluzione conviene di più all’ente pubblico? In realtà la cosa più interessante potrebbe proprio essere quella di trovarsi al tavolo di trattativa con i possibili investitori privati, una discussione che avrebbe la definizione urbanistica dell’area come ago della bilancia e le possibili utilità pubbliche come merce di scambio. Questo significherebbe ‘concedere’ e mediare per quanto riguarda la parte di edificazione privata per ritrovarsi, magari, con l’auspicata ‘cittadella dello sport’ pubblica (una delle ipotesi avanzate dall’amministrazione comunale) e altre utilità realizzate a costo zero dall’operatore.

Di certo sono tante le incognite che dovranno essere analizzate, non ultima quella relativa al sistema viabilistico dell’area: la direttrice su cui sorge la caserma Cadorna è già una delle arterie più intasate della zona e nel futuro di questo fazzoletto di terreno peserà, se l’intervento troverà conferma, anche l’insediamento futuro del colosso Ikea, previsto a poche centinaia di metri, sull’altro lato dell’autostrada dei Laghi, nel Comune di Cerro Maggiore.

di Paolo Girotti