Inveruno (Milano), 4 febbraio 2014 - Una questione di famiglia: per Antonino e Daniele Cutrì questo significava far uscire dalla detenzione il fratello Domenico. Da Gallarate a Inveruno. Anzi, da Inveruno a Gallarate è il percorso che hanno fatto per aiutarlo ad evadere da quella prigione nella quale sarebbe stato rinchiuso ancora per molti decenni. I due fratelli facevano parte del commando che ieri pomeriggio ha dato vita alla sparatoria davanti al tribunale di Gallarate, nella quale sono rimasti feriti. Il più grave è stato Antonino, che è deceduto prima di arrivare in ospedale, mentre Daniele, che poi si è costituito, è stato colpito a un piede. L’obiettivo era uno solo: liberare Domenico, detenuto fino a qualche tempo fa a Saluzzo ma che recentemente era stato trasferito a Cuneo e sottoposto a regime di alta sicurezza proprio perché sospettato di voler evadere.

Il piano di Cutrì era infatti quello di scappare da Saluzzo fino in Svizzera. Il 31 gennaio era stato trasferito a Busto Arsizio perché doveva essere protagonista di un’udienza a Gallarate. Domenico Cutrì a Inveruno ha trascorso praticamente tutta la propria vita. Sua madre e i fratelli risiedono nella zona retrostante il vecchio campo sportivo. I boss del paese? Macché. A sentire le testimonianze di alcuni inverunesi, i fratelli Cutrì non hanno quasi mai messo in atto comportamenti violenti tali da fare pensare che un giorno sarebbero diventati protagonisti di una giornata da Far West come quella di ieri.

 

Da Melicuccà, un paese in provincia di Reggio Calabria di mille anime, in Piemonte e infine in Lombardia. Più precisamente a Inveruno. La famiglia Cutrì era arrivata in provincia di Milano dopo una vicenda di sangue in Calabria, che aveva costretto il padre dei due fratelli al soggiorno obbligato. Nessun atto criminoso da parte di Antonino, Daniele e Domenico, fino al 2006 quando quest’ultimo sarebbe stato il mandante dell’omicidio di un uomo a Trecate, in provincia di Novara. ’Ndrangheta? No, secondo l’accusa il movente era passionale. Domenico Cutrì era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di un polacco, omicidio di cui sarebbe stato il mandante, avvenuto nel 2006. Da lì la condanna qualche anno dopo. E la fuga di ieri pomeriggio. Secondo una prima ricostruzione, il furgone della polizia penitenziaria è arrivato davanti al tribunale di Gallarate. All’improvviso al furgone si sarebbe affiancata una Volkswagen Polo nera, con a bordo quattro uomini. Uno di loro avrebbe preso in ostaggio un passante intimando agli agenti di liberare il detenuto. Ne è nato un conflitto a fuoco tra gli agenti e i componenti del commando, una quindicina i colpi esplosi. Daniele e Antonino sono stati colpiti, Domenico Cutrì è riuscito a fuggire. E ora lo cercano ovunque.

di C.M.