Busto Garolfo (Milano), 8 gennaio 2014 - E’ stata discussa ieri durante la prima convocazione del nuovo anno, la mozione presentata dal consigliere regionale Carolina Toia (Maroni Presidente) sul tema dell’allevamento di galline ovaiole nel Parco del Roccolo. Prevista inizialmente alle dieci, a causa dell’assenza dell’assessore competente per l’ambiente, Claudia Terzi, la mozione è slittata alle 17.30. Il progetto arriva ai massimi livelli di Palazzo Lombardia per la quinta volta incassando un esito che nasconde un sostanziale nulla di fatto. Tutti favorevoli i consiglieri presenti ma la questione permane di competenza tecnica e non politica.

La cronologia degli eventi è di queste ultime settimane, culminata con la tanto valutazione di impatto ambientale che tarda ad uscire dagli uffici dei funzionari regionali. Un silenzio che spaventa soprattutto i cittadini e gli amministratori che da anni ormai si battono per evitare la costruzione di un impianto destinato ad ospitare trecentoventimila galline. La consigliere legnanese Toia, che ha letto la mozione, ha evidenziato tutte le perplessità del suo gruppo ribadendo i rischi per l’ambiente e la salute pubblica di una tale opera. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fabrizio Cecchetti, vicepresidente del consiglio regionale, che ha parlato di “situazione imbarazzante” ribadendo che “quest’opera non s’ha da fare”. Altitonante (Forza Italia) ha dichiarato: “Dobbiamo aiutare i tecnici a dire di no”. Anche Laura Marta Barzaghi del Pd ha chiaramente espresso la propria contrarietà e quella del suo gruppo. “La situazione non è semplice. Esprimiamo la nostra contrarietà politica. L’opera non ha nulla a che vedere con l’agricoltura».

Un coro di no che non ha minimamente scalfito l’imperturbabilità dell’assessore leghista Claudia Terzi che ha ribadito quanto più volte dichiarato sull’argomento. Il via libera, sembra lasciar intendere tra le righe, in questo momento spetta ai tecnici ed ai funzionari e non alla politica, le carenze normative del Pgt e la mancanza di norme nei Pisl (programmi integrati di sviluppo locale) non hanno certo salvaguardato il parco da eventuali rischi come questo. Terzi punterebbe il dito anche sulle amministrazioni che negli anni non hanno provveduto con strumenti urbanistici idonei a tutelare l’area del Parco. «Anche se condivido le valutazioni espresse dai consiglieri, la Via non è un atto della giunta regionale».

di Paolo Mattelli