Abbiategrasso, 20 dicembre 2013 - Il giorno più lungo. Quello dei ricordi che fanno sorridere, ma anche e soprattutto quello dei ricordi che entrano senza bussare quando meno te l'aspetti e ti fanno scendere le lacrime. Perché oggi alle 17 finisce il mondo della televisione made in Italy, anzi made in Europe. Oggi alle 17 finisce il mondo Mivar. Oggi chiude i battenti l'ultima fabbrica di televisori del Vecchio Continente. Gli ultimi 53 lavoratori sono stati messi in mobilità: una trentina di loro usciranno dall'azienda già a fine anno, gli altri entro tre mesi. Da azienda con 900 dipendenti negli anni del massimo splendore, la Mivar passerà quindi a diventare un'impresa artigiana con meno di 15 lavoratori.

In via Dante, infatti, resteranno soltanto alcuni dipendenti per la riparazione dei guasti. Oggi sono stati prodotti gli ultimi 100-150 televisori. E Carlo Vichi - l'anima, il cuore, ma anche il cervello e la grinta della Mivar - era come di consueto in azienda. Era lì, insieme ai lavoratori rimasti, insieme alla sua gente. "Questa azienda è nata per produrre televisori e questo si continuerà a fare qui": ha novant'anni il patron della Mivar, ma da vero leone non molla e chiude tutte le porte a possibili speculazioni.

Ora si spera che possa farsi avanti qualche imprenditore straniero, "in Italia di imprenditori seri non ce ne sono" tuona Vichi. E in parte è vero, perché di imprenditori come lui davvero ne sono rimasti pochi. Imprenditori rudi, concreti, ma con un amore infinito per la propria azienda e per i propri lavoratori. Che lo ripagano con una stima infinita: "E' sempre stato un signore e lo è ancora oggi. Avrebbe potuto chiudere l'azienda anni fa, invece ha scelto di pagare di tasca propria per rimandare il più possibile questo momento. Gli siamo grati". Ed è per questo che la favola della Mivar non finisce di certo oggi: Carlo Vichi e la sua creatura rimarranno per sempre scolpiti nella memoria di tutto l'Abbiatense e dell'Italia intera.

di Cristiana Mariani