Legnano, 30 agosto 2013 - Amianto, lana di roccia, polistirolo: materiali che spesso si trovano nei capannoni industriali. Anche in quelli abbandonati e ormai ridotti a discarica come quello di via 29 Maggio, accanto a un altro monumento del degrado: la ex Mario Pensotti.

Il capannone che si staglia proprio di fronte all'ingresso della Pensotti, dall'altra parte della strada, rappresenta un discarica a cielo (quasi) aperto. Nel corso degli anni qui si sono succedute diverse imprese, recentemente persino una concessionaria automobilistica. Oggi c'è solo la desolazione, solo il degrado di una delle tante aree non solo dismesse ma abbandonate proprio a loro stesse. E all'inciviltà di chi, fino a un passato comunque recente, ha usato i molti locali di questo capannone come rifugio di fortuna.

Varcato il portone arrugginito su cui campeggia la scritta in azzurro "Danger. No enter" - come se l'ammonimento fosse mai servito a frenare qualche disperato in cerca di una casa per la notte -, si trova un mondo fatto di vegetazione alta e, neanche a dirlo, incolta e di rifiuti. Polistirolo, pezzi di legno, frammenti di vetro, stracci, scarpe da ginnastica, vestiti e persino un divano e due frigoriferi in pessime condizioni: la discarica è servita. Ad una parete di un locale si vede ancora un calendario. Porta la data del 2001, forse l'ultimo anno in cui l'area è stata sede di attività produttive. Avanzando si intravedono i resti - ci vuole molta immaginazione - di quella che doveva essere un'officina meccanica. Alzando lo sguardo si incontra una carrucola arrugginita. Servizi igienici, che di igienico non hanno più nulla, caratterizzano un altro locale, in cui si vedono anche un pallone da calcio bucato e una pagina di giornale con la pubblicità dell'album "Inaspettata" di Biagio Antonacci. La data è giugno 2010. Forse le occupazioni abusive dell'area sono finite poco dopo. Quel che è certo è che nessuno muove un dito da molto, troppo, tempo per cercare di sistemare un'area disastrata. Con buona pace delle imprese di costruzione che cercano nuove aree in cui realizzare costosi appartamenti.

di Cristiana Mariani