Legnano, 21 luglio 2013 - Manca poco alla decisione del Tribunale di Milano sul futuro della Franco Tosi Meccanica e il clima, come se ce ne fosse bisogno, diventa sempre più rovente. A infiammare questi giorni di attesa è la querelle a distanza fra sindacati. Fiom Cgil, soprattutto il suo segretario regionale Mirco Rota, da una parte e Uilm Uil e Fim Cisl dall'altra. Oggetto del contendere è la richiesta di Gammon, società indiana che detiene la maggioranza delle azioni di Tosi, di avere altri tre mesi per portare avanti le trattative con Welspun e Forbes Marshall, le due società indiane che avrebbero manifestato un interesse d'acquisto concreto. Indiane, appunto. Altro motivo di scontro.

Il segretario della Fiom, infatti non si è mai manifestato molto incline ad accettare la richiesta di tempo e non è mai neppure molto creduto nel reale interesse di compagini non italiane. In sostanza, Fiom appoggerebbe maggiormente l'ingresso di Termomeccanica, società di La Spezia. «Un po' di tempo è invece necessario - ribattono Fim e Uilm - perché permetterebbe al Tribunale di valutare il reale e concreto interessamento dei tre soggetti. Termomeccanica ha manifestato interesse, parlando col Ministero, ma non ha mostrato alle organizzazioni sindacali alcun documento scritto e non ci sono ad oggi passi avanti». «Inoltre - proseguono - il Ministero si era impegnato a portare al tavolo il nuovo amministratore delegato con Termomeccanica, ma la cosa non è avvenuta, nessuno ha mai comunicato ufficialmente di alcun colloquio e nessuna seria relazione su quanto detto fra i soggetti è mai stata riferita al sindacato. Noi chiediamo formalmente che tutti i piani industriali, tutti nessuno escluso, vengano messi sul tavolo per essere affrontati con la Rsu e il sindacato, e che il prerequisito fondamentale degli stessi sia la salvaguardia di tutti i posti di lavoro e il futuro industriale della Franco Tosi».

Mercoledì 24 luglio il Tribunale di Milano deciderà quale sarà il futuro della Tosi. L'auspicio di tutti, questa volta unitario, è che non si arrivi al fallimento.

di Cristiana Mariani