Legnano, 6 luglio 2013 - Tutto da rifare. Di certo in modo più trasparente e osservando le regole. Piove sul bagnato alla Franco Tosi Meccanica, storica azienda che produce turbine e che fino a pochi giorni fa era in attesa di una risposta in merito all’omologa della proposta di concordato preventivo. La risposta del Tribunale di Milano non si è fatta attendere ed è di quelle inequivocabili: la proposta è stata bocciata.

Il Tribunale ha infatti ritenuti non conformi alcuni comportamenti messi in atto dalla proprietà nelle due settimane che vanno dal 30 maggio al 14 giugno, data nella quale è stata presentata la memoria in tribunale da parte dei vertici dell’azienda di piazza Monumento. Proprio in quelle due settimane, secondo i conti presentati dall’azienda, sarebbero state effettuate da Tosi spese non autorizzate dal Tribunale, che in questo periodo avrebbe dovuto dare il benestare ad ogni operazione. In realtà Gammon, società indiana che detiene la maggioranza di azioni di Tosi, ha speso oltre un milione di euro senza renderne conto all’organo giudiziario. Spese che erano già in previsione ben prima della richiesta di concordato: si giustifica così la proprietà dell’azienda.

Spese, inoltre, in parte pagate con il denaro entrato nelle casse proprio poco dopo il 30 maggio. Quindi versamenti impossibili da effettuare prima di quella data, secondo gli indiani. Ma, sanciscono i giudici, una società che versa nelle condizioni attuali di Tosi non può provvedere autonomamente all’ordinaria amministrazione — in quanto la sua condizione economica può essere paragonata in senso lato a quella di un’azienda in stato di crisi, che quindi non può disporre in toto e liberamente del proprio patrimonio — e men che meno a quella straordinaria. «Inoltre abbiamo presentato un esposto — spiega Mirco Rota (nella foto), segretario regionale della Fiom Cgil — perché nel piano realizzato da Gammon ci sono aspetti che non corrispondono a realtà, come quello dell’esistenza di trattative avviate con realtà imprenditoriali e fondi di investimento internazionali».

Sugli oltre 400 lavoratori di Franco Tosi Meccanica pende quindi un punto interrogativo ancora più grande rispetto a qualche giorno fa, visto che la mancata omologazione del concordato preventivo complica ulteriormente il futuro dell’azienda. Almeno fino al 17 luglio, data nella quale le parti si rivedranno in Tribunale per capire cosa accadrà. I giudici, dal canto loro, hanno lasciato intendere che una delle soluzioni migliori potrebbe essere quella dell’amministrazione controllata. E anche i sindacati la vedrebbero di buon occhio.

«Se il ministero per lo Sviluppo economico nominasse un commissario ci sarebbe un maggior controllo sulle finanze e si avrebbero reali possibilità di continuità e di cessione ad altri imprenditori» continua Rota. Intanto Gammon ha scelto nei giorni scorsi un cambio radicale nel management: Shiva Duggirala è stato sostituito nel ruolo di amministratore delegato da un’altra figura, già presente nel Cda: è un indiano con cittadinanza italiana e rappresentante di una banca d’affari.

di Cristiana Mariani