Arconate, 29 giugno 2013 - Lascia la carica di sindaco? Non la lascia? E se la lascia, quando lo farà visto che la prossima primavera si andrà al voto? Stanno assumendo i contorni di un giallo intrigante, o se si vuole di un romanzo a puntate, le dimissioni da sindaco del vicepresidente della Regione Lombardia — e coordinatore del Pdl — Mario Mantovani. A quattro mesi pieni, ormai, dalle elezioni di febbraio, che lo hanno proiettato all’ultimo piano del Pirellone, il primo cittadino arconatese sembra infatti non avere nessuna fretta di lasciare il municipio.

E questo nonostante la incompatibilità fra la carica di sindaco e quella di consigliere regionale (e di vice di Maroni: quindi con un ruolo di primo piano nell’esecutivo lombardo) sia stata resa chiara una volta per tutte. L’ultima risposta in tal senso — a sollecitarla era stato tra l’altro a inizio maggio Mantovani — è arrivata dal Ministero dell’Interno. «E non lascia spazio ad ambiguità o interpretazioni: Mantovani non può né conservare il ruolo di sindaco né tantomeno, come vorrebbe fare, rinunciarvi e diventare in automatico un consigliere comunale». A parlare così non è il portavoce del Viminale, ma il capogruppo della minoranza di centrosinistra Giuseppe Rolfi. Che proprio l’altroieri è andato di persona a ritirare in Prefettura a Milano la relazione ufficiale in cui si scrive, tra l’altro, che «in nessun caso il sindaco dichiarato decaduto può chiedere di far parte del Consiglio comunale in qualità di consigliere».

Viene dunque a decadere anche quell’opzione su cui lo stesso Mantovani aveva puntato: restare, comunque, con un piede nell’assemblea cittadina in veste di semplice rappresentante. «E non si capisce per quali motivi — continua Rolfi — considerato che fra meno di un anno si andrà al voto e che la sua fidata vice (Silvana Ceriotti, ndr) manterrebbe la reggenza della Giunta». «Quali sono le ragioni per dire che si è incompatibili, quando invece ai parlamentari è permesso di fare il sindaco di paesi fino a 5mila abitanti?», si chiede non senza una qualche ragione Mantovani. Ma tant’è. La strada è tracciata. I tempi, un po’ meno. È sempre il Ministero a sancire che la decadenza dalla carica da sindaco dev’essere dichiarata dal Consiglio. A convocarlo tuttavia è il primo cittadino. Lo farà prima della pausa estiva? Forse. «Altrimenti saremo noi, i cinque consiglieri di Arconate Democratica, a prendere l’iniziativa», minaccia ancora Rolfi.