Legnano, 23 marzo 2013 - Al capezzale del malato grave, il fiume Olona. Si sono presentati così i sindaci e le istituzioni della Valle Olona alla serata organizzata a Gorla Maggiore per fare il punto della situazione su uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Europa. Quella stessa Europa le cui normative prevedono che entro il 2015 la qualità delle acque del fiume Olona debba diventare tale e quale a quella del Ticino. Un termine che fa sorridere perché inevitabilmente sarà da posticipare, con tutto quello che ne consegue a livello di multe e sanzioni, tanto che la Regione Lombardia in tempi non sospetti aveva chiesto già una proroga fino al 2027. 

Quello che spaventa tutti i comuni rivieraschi, dalla Rasa di Varese fino a Milano, sono i soldi necessari a detta operazione: 80 milioni di euro. Soldi necessari a gestire le fogne e rifare completamente i depuratori, compresi quelli a valle che interessano dal vivo il Legnanese. Il censimento di Legambiente parla chiaro: su 21 depuratori, ben sette sono sotto procedura di infrazione da parte dell’UE e quelli che funzionano non fanno il filtraggio secondo le nuove normative europee ma secondo norme italiane che risalgono a più di trenta anni fa.

Sistemi di pulizia che non sono mai stati aggiornati in alcuni casi dagli anni ’70. Altro problema è quello di perseguire chi inquina, come ha spiegato Davide Corbella della Procura di Busto Arsizio: "Abbiamo strumenti di indagine chiaramente inadeguati e noi puntiamo molto sul ripristino del danno e al pagamento di una ammenda". Un gesto che tende a evitare l’inizio della fase procedurale che sarebbe una beffa viste le prescrizioni cortissime per reati del genere. Reati che la procura di Milano, soggetto interessato per i comuni del Legnanese, non ha ancora preso in considerazione.

Secondo Legambiente sia il sistema delle infrastrutture che quello dei controlli risultano oggi ancora gravemente insufficienti. Questo nonostante la Lombardia sia una delle regioni d’Europa con maggior disponibilità idrica, ma con un quadro gravissimo visto che ad oggi il 50% dei corsi d’acqua sul territorio lombardo non raggiunge uno stato di qualità accettabile. "Gli interventi che sono stati fatti non sono più sufficienti - ha spiegato il presidente di Legambiente Lombardia Damiano di Simine -. È necessaria una nuova fase infrastrutturale con relativa gestione delle fogne". Quelle fogne che da Varesotto arrivano direttamente a Legnano, passando per San Vittore Olona, Canegrate e Parabiago che su una scala da 1 a 5 di qualità delle acque raggiungono il grado 4, ovvero pessime.