Legnano, 12 febbraio 2013 - Alle sue spalle il Crocifisso che gli conferiva un’autorità ancora superiore alla divisa che indossava. Intorno a lui icone, statue e angeli musicanti. E poi ancora quegli affreschi a dominare la basilica, dipinti sulla volta e sulle pareti, raffiguranti Gesù Cristo, San Magno sull’arco trionfale, San Rocco, San Sebastiano, gli evangelisti e i primi quattro Dottori della Chiesa, ovvero Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Girolamo e San Gregorio.
 

Circondato da tanta sacralità, chiunque si sarebbe sentito protetto. Ma forse anche un po’ in imbarazzo. Il vicequestore Antonio D’Urso — che di santi ne ha anche in Paradiso se si considerano i tanti pericoli affrontati nel corso della sua carriera di poliziotto — non ha però tradito la benché minima inibizione. È salito sull’altare domenica mattina, durante la messa delle dieci, e di fronte a una chiesa gremita in ogni angolo di fedeli raccolti in preghiera, ha lanciato il suo monito contro gli spregiudicati truffatori.
 

«Bisogna fare attenzione — ha detto dal pulpito della basilica il massimo dirigente del Commissariato di via Girardelli, rivolgendosi soprattutto agli anziani — perché il fenomeno delle truffe non risparmia neppure la nostra zona. E non ci si deve sentire soli o vergognarsi se si resta vittima di raggiri. Può succedere a tutti. Piuttosto è necessario adottare piccoli accorgimenti: dubitate di chi si presenta alla porta chiedendovi soldi o documenti per i motivi più disparati. Non fatevi indurre in tentazione da falsi buoni samaritani. Ricordatevi che le aziende municipali non mandano i loro addetti a verificare fantomatiche fughe di gas o bollette. E nemmeno le banche incaricano i loro dipendenti per controllare a domicilio le banconote».
 

Dopo le sacre parole del vangelo, quindi, sono stati i sacrosanti suggerimenti del vicequestore a echeggiare domenica tra le navate della basilica. Al termine per D’Urso sei minuti di applausi. Ed è solo qui che il vicequestore — abituato forse piu al clima di tensione tra i fumogeni degli stadi e delle manifestazioni, piuttosto che ad un’atmosfera solenne tra i profumi dell’incenso — ha ceduto alla commozione. «Ammetto che alla fine mi sono emozionato. Ed ora sono pronto a proseguire su questa strada della prevenzione, convinto che una maggior informazione possa arginare questa piaga delle truffe».
 

davide.gervasi@ilgiorno.net