di Francesca Santolini

Assago, 25 settembre 2012 - Una presenza massiccia, pressoché totale. Così, i rappresentati delle sigle sindacali hanno commentato lo sciopero che ha visto coinvolti 12 McDonald’s, quattro in provincia e otto a Milano. Mentre i negozi di Assago, Lainate, Legnano, Rozzano e quello milanesi di Duomo, San Babila, Galleria Vittorio Emanuele, Via Torino, Corso Vercelli, Rogoredo, Via Antonini, Viale Sabotino hanno sospeso il servizio per un’ora durante la pausa pranzo - e lo rifaranno ad orario di cena - un presidio si è tenuto nella centralissima piazza del Duomo.

Motivo della protesta? La nuova procedura di mobilità aperta dall’Azienda che, pur dichiarando un calo di vendite rispetto allo scorso anno del 5,2%, non sarebbe in crisi. Anzi, avrebbe continuato a incrementare profitti. Nei ristoranti oggetto della procedura sono occupati 559 lavoratori più 33 a termine ma i 95 che l’azienda intende licenziare sono da identificarsi all’interno di quanti svolgono un orario che va dalle 30 alle 40 ore settimanali. In pratica l’azienda, se la procedura di mobilità non sarà ritirata, metterà in mobilità il 60% della forza lavoro con una maggiore anzianità di servizio, tenuto conto che negli ultimi anni sono stati assunti lavoratori part-time con un massimo di 24 ore settimanali.

“Riteniamo inaccettabile la scelta effettuata da Mc Donald’s è cioè di aprire una procedura di licenziamento collettivo mentre la trattativa sindacale è ancora a rischio – spiegano i rappresentanti di CGIL, Cisl e Uil - in questo modo si mette a repentaglio l’ operatività degli stessi ristoranti che già oggi soffrono di carenza di organico e devono tra l’altro, ricorrere ad assunzioni a tempo determinato e prestazioni supplementari e straordinarie”.