Bernate Ticino, 24 luglio 2012 - La strada verso l’Expo ha un ostacolo in meno. Parco del Ticino e Satap hanno trovato l’intesa sui lavori di ammodernamento dell’autostrada A4 Milano-Torino. La «Variante di Bernate» - un’opera da 220 milioni di euro che interessa 5,2 chilometri in prossimità del Ticino - si è sbloccata dopo un braccio di ferro che proseguiva da due anni. «Era una delle priorità da risolvere da quando mi sono insediato», dichiara il presidente del Parco, Gian Pietro Beltrami. Satap, la società che cura i cantieri autostradali, si è impegnata a realizzare tutte le opere di compensazione ambientale e a erogare all’ente che tutela la più grande area protetta regionale un contributo di 400mila euro.

«Non è una tangente ambientale per poter costruire», precisa Claudio Peja, direttore del Parco. «È un protocollo di intesa che coinvolge tre attori - noi, Satap e l’Alta velocità (Tav) - e rispetta i requisiti previsti dalla delibera del Cipe del 2008». Il Comitato interministeriale per la programmazione economica aveva deliberato lo spostamento di 250 metri a sud del tracciato dell’autostrada così come approvato nel 2000 dalla Conferenza dei servizi. I cantieri della Milano-Torino avrebbero dovuto iniziare parallelamente a quelli dell’Alta Velocità lungo la rete ferroviaria per limitare l’impatto ambientale.

Tempistiche differenti, vincoli amministrativi e burocratici hanno impedito la contemporaneità dei cantieri. E così, a tre anni dall’Expo di Milano, la Tav - che sborserà al Parco 750mila euro - ha completato gli interventi, mentre Satap deve ancora partire con gli scavi nella zona del Ticino. L’accordo tra l’ente lombardo e la società autostradale riprende il protocollo d’intesa del 2006 siglato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, da Regione, Tav, Anas e Parco e ripreso nel 2008 dal Cipe.

Con un contributo economico a favore del Parco e un intervento di rinaturalizzazione e tutela del fiume. Sull’area interessata dalle opere di mitigazione si trovano, però, una ventina di villette - alcune delle quali abitate - che dovranno essere rimosse. «Una parte dei terreni e delle costruzioni sono state acquisite», spiega Peja. «Mancano gli ultimi residenti, anche se so che sono i più difficili da convincere».

L’area che deve essere liberata per favorire le opere di compensazione è quella del Bosco della Piarda. «Satap - spiega il Parco - ha messo a disposizione 2,5 milioni per acquistare i terreni dai privati e 1,5 milioni per la sistemazione dei campi». «Non sarà un’acquisizione coattiva», sottolinea Valter Re, ingegnere di Satap. «Faremo delle proposte economiche a prezzo di mercato. Con il perfezionamento dell’accordo con il Parco del Ticino siamo pronti ad avviare i cantieri anche in queste aree».
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