Nerviano, 7 luglio 2012 - In difficoltà, certo. Ma non finiti. I ricercatori di Nerviano Medical Sciences non ci stanno e partono all’attacco. «La nostra professionalità non si discute, non si può fare di tutta l’erba un fascio - spiegano dal Coordinamento Rsu di Nms -. I debiti sono ingenti, ma questa non è un’azienda sull’orlo del baratro. Altrimenti non si spiegherebbe l’interesse di tante aziende, anche multinazionali, e di tanti centri oncologici, come l’Istituto nazionale dei tumori, per i nostri servizi, produzioni e ricerche».

Se, da un lato, le recenti dichiarazioni di padre Franco Decaminada, leader della Congregazione dei figli dell’immacolata concezione che ha detenuto la proprietà del centro, hanno l’effetto - voluto o meno, questo sarà soltanto il tempo a stabilirlo - di cercare di affossare il centro, dall’altro sono proprio gli scienziati che hanno costruito negli anni un patrimonio di ben 22 molecole in fase preclinica a lanciare un segnale di speranza.

Vogliono essere valutati per l’eccellenza che rappresentano e non per le gestioni economiche scellerate della precedente proprietà. E in effetti le commesse da parte di molte realtà scientifiche in tutto il mondo parlano chiaro: le professionalità di Nerviano Medical Sciences sono di prim’ordine e la ricerca è un’eccellenza. Le rivelazioni di Decaminada gettano ulteriori ombre sulla Regione Lombardia, che nel gennaio del 2011 è entrata con una NewCo nella gestione del centro.

Il debito di circa 180 milioni di euro spaventa le banche, ma 120 di questi sono crediti autoliquidanti, destinati cioè ad estinguersi, mentre “solo” 60 milioni sono debiti effettivi. I cervelli ci sono, ora non resta che sperare in un innesto di liquidità.

di Cristiana Mariani