Cerro Maggiore, 4 giugno 2012 - L’Expo 2015 “scarica” il fiume Olona. Verrà infatti completamente ignorato il corso d’acqua che parte dal Varesotto e attraversa il Milanese, che tra l’altro passa anche dalla zona dell’esposizione mondiale. Il progetto “Vie d’Acqua di Expo 2015”, a causa del perdurante inquinamento del corso d’acqua, che anziché migliorare continua a mostrare i segni indelebili di un collasso biologico, tra l’altro certificato da un recente controllo dell’Arpa, accantona il fiume.

Svanisce quindi la grande opportunità di ridurre le pesanti sanzioni pecuniarie che l’Unione europea sta in questi mesi preparando per l’Italia. A sua volta il ministero dell’Ambiente, Corrado Clini, ben conscio del problema, ha girato la patata bollente direttamente alle regioni coinvolte, e la Lombardia è risultata essere la più inquinata tra la regioni del Nord. In sostanza, l’Europa ha messo in mora l’Italia per l’inquinamento delle acque dei fiumi, la maggior parte dei quali presenti nelle dodici province lombarde.

Il corso più inquinato della Penisola è il Sarno, seguito dagli affluenti del Po: Lambro, Seveso, Olona, Mella. In tema di depurazione l’Italia è in ritardo di oltre vent’anni rispetto al resto della Unione europea. La prima direttiva comunitaria risaliva al 1991. In Italia il primo tentativo di riforma al 1994, con la legge Galli, che nella maggior parte dei territori è rimasta inosservata. Si parla ormai di 20 miliardi di investimenti necessari per la depurazione in tutta l’Italia.

Diventa così quasi conveniente per i politici ed i tecnici nostrani, non adeguarsi alle richieste e far passare il caso alla Corte di giustizia. Ma calcoli alla mano questa leggerezza potrebbe costare poi molto cara. La condanna sarebbe di 10 milioni per ogni mancato depuratore, più circa 200mila euro per ogni giorno di ritardo dalla condanna, per una cifra che supererebbe gli investimenti necessari in Lombardia, pari ad oltre 3 miliardi di euro.

«La qualità delle acque del fiume Olona e dei suoi affluenti Bozzente e Lura rimane preoccupante — ha denunciato negli scorsi giorni Lorenzo Baio, responsabile settore acqua di Legambiente Lombardia — anche in prospettiva dell’entrata in vigore dei parametri definiti dalla direttiva del Duemila che richiede, entro la fine del 2016, il raggiungimento di un giudizio di qualità “buono” per tutti i corsi d’acqua superficiali. Purtroppo la mancanza di collettori e di depuratori funzionanti, oltre al forte impatto legato al carico diffuso e alla cementificazione del territorio limitrofo, hanno reso questo corso d’acqua un recettore di scarichi piuttosto che una via d’acqua vitale e dinamica».
Attualmente le acque del fiume Olona peggiorano a vista d’occhio appena entrano nel territorio di Castellanza, per diventare di pessima qualità da Legnano in giù. Il tribunale di Busto Arsizio ha intanto aperto un fascicolo contro ignoti per disastro ambientale.
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