Arluno, 23 maggio 2012 - Ci sarebbe anche un italiano - Luigi Rampini di 69 anni - nella lista degli alpinisti dati per morti in questi giorni sull’Everest.  In base a quanto riportato dalla Kronos è stato raggiunto dalle
squadre di soccorso cinesi: l'esperto alpinista era bloccato nei pressi del campo numero due sull'Everest, a 7790 metri di altitudine. Secondo Tsering Samdrup, manager della Tibet Himalaya Expedition Company, le squadre di soccorso non erano riuscite ieri, a causa del forte vento, a raggiungere il luogo dove si trovava
lo scalatore italiano
.

Ma oggi cinque soccorritori, alle 4 del pomeriggio ora locale, sono riusciti a raggiungere Rampini e portargli i primi soccorsi. Ad un primo controllo le condizioni di Rampini sono apparse stabili. La squadra di soccorso ha iniziato la discesa verso le cinque del pomeriggio ora locale. Le notizie sullo stato di salute del 69enne milanese si sono accavallate nel corso della giornata. Rampini, per gli alpinisti al campo base e come riportato da siti specializzati era "da considerarsi morto".

UN BILANCIO NERO - Sette alpinisti morti in due giorni mentre tentavano l'ascensione alla vetta dell'Everest. E' il tragico bilancio dello scorso fine settimana sulle pendici della montagna più alta del mondo (8.848 metri), dove centinaia di scalatori provenienti da tutto il mondo sono impegnati in questi giorni. Secondo un report del sito explorersweb.com tra il 19 e il 20 maggio si sono verificati sette decessi: il tedesco Eberhard Schaaf, il coreano Song Won-Bin, la canadese Shriya Shan, il cinese Wenyi Ha e il suo sherpa nepalese, a cui si devono aggiungere il tedesco Ralf Arnold e il ceco Milan Sedlacek (quest'ultimo morto sul Lhotse). La maggior parte di loro è stata colpita da mal di montagna oppure è caduta per spossatezza al rientro dalla vetta.