Turbigo, 21 maggio 2012 - Si sono chiuse le indagini della Procura di Milano nei confronti di sette ex alti dirigenti della centrale termoelettrica di Turbigo (Milano), in vista della richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio e lesioni colpose, con l´aggravante della violazione delle normative sulla sicurezza, in riferimento a dieci casi di mesiotelioma pleurico registrati tra altrettanti lavoratori impiegati a contatto con l'amianto, la maggior parte dei quali oramai deceduti.

Nel gennaio scorso il Pm Maurizio Ascione con il coordinamento del procuratore aggiunto Nicola Cerrato, aveva iscritto i manager e componenti del Cda per i casi accertati tra il 1970 e la fine degli anni '80. Inizialmente ne erano segnalati una quarantina in un fascicolo a carico di ignoti. Secondo le denunce dei lavoratori gli ambienti di lavoro della centrale erano a quel tempo impregnati di polveri del materiale cancerogeno presente nei tubi, nei serbatoi e nelle coperture dei macchinari e, secondo l'accusa, gli indagati non avrebbero predisposto le necessarie misure di sicurezza per tutelare la salute dei lavoratori nonostante fossero noti i rischi correlati alla presenza di amianto.

Oltre alla vicenda della storica centrale del milanese dell'Enel (allora di proprietà pubblica), in Lombardia Cerrato e Ascione stanno indagando sulle malattie correlate all'esposizione all'amianto e altre sostanze pericolose anche nello stabilimento ex Alfa Romeo di Arese e in quello dell'ex Ansaldo a Legnano, oltre che sui casi di malattia registrati tra ex dipendenti Atm. Giovedì prossimo, intanto, riprenderà il processo nei confronti di undici ex dirigenti della Pirelli, anche loro accusati di omicidio colposo e lesioni colpose, in merito ai venti casi di decesso e quattro di malattia di altrettanti lavoratori impiegati negli stabilimenti di viale Sarca e via Ripamonti a Milano.