Legnano, 17 aprile 2012 – “Non sopportavo più l’idea di dovermene stare chiuso in casa. Mi aveva preso male e così me ne sono andato”: Giuseppe Rispoli, 22 anni e nipote del boss dell'ndrangheta Vincenzo Rispoli, era evaso dagli arresti domiciliari giovedì di settimana scorsa. Di lui si erano perse le tracce, ma un sapiente lavoro di indagine ha portato gli agenti della polizia di Stato di Legnano a individuarlo a casa di un palermitano 45enne, nella zona di viale Cadorna.

Davvero encomiabile la costanza dei poliziotti coordinati dal vicequestore Antonio D’Urso, che fin dalla sua scomparsa avevano avviato - con l’ausilio di agenti in borghese, ma anche col supporto di una volante - tutta una serie di capillari pedinamenti di persone vicine al giovane evaso. In particolare venivano controllati a vista, giorno e notte, tutti gli spostamenti di otto suoi amici, residenti a Legnano.

Un lavoro ad hoc che alla fine è stato ripagato. Dopo diversi tentativi di mediazione, il giovane – barricato in casa – si è consegnato ai poliziotti che oramai avevano scoperto il suo rifugio. Fin dal giorno della sua scomparsa si era infatti nascosto a casa del 45enne, pregiudicato, che è ora finito anche lui in carcere con l’accusa di favoreggiamento.

Giuseppe Rispoli doveva invece scontare una pena per il reato di rapina ai danni di suoi coetanei. Era stato arrestato, sempre dagli uomini del Commissariato di via Gilardelli, l’estate scorsa. Per settimane, infatti, il nipote del boss (condannato in primo grado a 11 anni di detenzione per associazione a delinquere di stampo mafioso) seminava il terrore tra i ragazzini di Legnano. Adescava le sue giovani vittime e gli sfilava di tutto, dai soldi al telefonino all'ultimo grido. E agiva sempre con la stessa spavalderia dei gangster visti in televisione. Il rapinatore provetto, capace di agire con spregiudicatezza soprattutto nel centro nevralgico di Legnano, era però stato alla fine preso. Dopo alcuni mesi in carcere, il giudice gli aveva concesso, riconoscendogli la buona condotta, il beneficio dei domiciliari. Ma giovedì era appunto evaso. Ora è ritornato a scontare la sua pena in una cella di San Vittore.