Ossona, 13 aprile 2012 – Non era mai successo in cento anni di storia. La cooperativa chiusa durante un giorno feriale. Sulla saracinesca abbassata un biglietto scritto a mano che avvisava i clienti. Dalle prime ore della mattina, la domanda delle tante persone che ogni giorno fanno la spesa nel negozio di via XXI Febbraio era la stessa. «Cos’è successo? Quando riapre?». «È successa una cosa grave. L’ennesima», spiega Francesco Gravina, presidente della cooperativa L’Ossonese.

«Abbiamo ricevuto una bolletta dell’Enel di migliaia di euro. Ci siamo accorti che, a differenza di quanto prevede il contratto di cessione del ramo di azienda, gli acquirenti che da dicembre gestiscono il negozio non hanno provveduto a fare il passaggio del contatore. Staccato il nostro, la coop è rimasta senza corrente».Il piccolo supermercato è chiuso da mercoledì pomeriggio. «Vedere tanti cittadini passare di qui e andare via senza poter acquistare il pane, il prosciutto o la frutta è davvero triste», commenta Gravina. «Mi auguro per il bene del paese che i gestori del negozio siano in grado già di riaprire oggi attivando un loro contatore Enel. La coop è rimasto l’unico negozio di vicinato che offre un servizio agli ossonesi».

Alla rabbia dei cittadini e del presidente della cooperativa si è associata quella dei sei dipendenti impiegati nel supermercato. «Dà fastidio che possano verificarsi ancora queste situazioni», spiega un lavoratore. Ieri mattina i dipendenti avrebbero dovuto incontrare il sindacato e l’amministratore delegato della società che da dicembre ha rilevato il negozio. Ma quest’ultimo non si è presentato. Il presidente della cooperativa L’Ossonese, proprietaria delle mura del negozio, ha informato la procura di Milano della denuncia inoltrata la scorsa settimana alla Guardia di Finanza di Magenta e ha ottenuto la massima disponibilità a verificare eventuali violazioni contrattuali da parte degli affittuari.

L’ accordo prevedeva una cessione del ramo d’azienda della cooperativa L’Ossonese sulla base di un valore di 230mila euro così suddivisi: 120mila euro in rate da 2mila euro al mese per 60 mesi e 110mila euro quale Trattamento di fine rapporto dei dipendenti assorbiti. Gli acquirenti avrebbero dovuto versare un affitto mensile di 4.700 euro più Iva con tre mensilità anticipate e tre di cauzione provvisionale, oltre a una fidejussione per l’anticipo di un anno di affitto. «Finora - dichiara Gravina - hanno saldato solo 9.400 euro più Iva relativi a una parte incompleta della cauzione. Sono passati più di tre mesi dalla cessione e non avendo ricevuto i soldi dell’affitto abbiamo notificato lo sfratto. L’udienza si terrà il 12 giugno: vogliamo tornare a gestire in modo diretto il negozio per garantire un servizio fondamentale alla comunità».

di Luca Balzarotti