Cisliano, 17 novembre 2011 - I genitori pagavano regolarmente i buoni mensa per il servizio di refezione scolastica, ma i loro soldi nelle casse del Comune non arrivavano affatto perché se li teneva la commerciante incaricata di raccoglierli.

È il curioso caso di Renata Pezza, 50 anni, una negoziante di Cisliano, che nella sede giudiziaria di Vigevano è stata condannata a due anni di carcere per peculato. La donna è stata inoltre condannata a risarcire al Comune 60 mila euro, nonché al pagamento delle spese legali, pari a 2 mila euro. Insieme a lei, per lo stesso reato, è stato processato anche suo marito, Mario Luciano Livetti, 63 anni, che è stato però assolto con formula piena.

Nei confronti dei due le indagini sono partite nel 2008, quando il Comune di Cisliano si è accorto che qualcosa non andava nel sistema allora in uso per il pagamento del servizio di refezione scolastica. Nel Bilancio comunale, infatti, alla voce entrate risultavano mancare all’appello diverse migliaia di euro, ovvero i soldi dei buoni mensa che i genitori degli alunni che usufruivano del servizio pagavano al negozio “Sapori e natura”, che era convenzionato col Comune per la riscossione.

I gestori del negozio, riconducibile alla società “Demetrius srl” di cui Renata Pezza era amministratore unico, erano infatti stati incaricati di pubblico servizio: riscuotere per conto del Comune i soldi della refezione scolastica, con l’obbligo naturalmente di versarglieli. A quanto pare, però, qualcosa non ha funzionato a dovere, col risultato che il Comune non ha mai ricevuto la bellezza di 52 mila 756 euro.

Del che sono stati chiamati a rispondere tanto la Pezza, quale legale rappresentante della Demetrius, quanto suo marito, che in seguito era diventato liquidatore dell’attività e che inizialmente si riteneva essere stato suo socio oltre che amministratore del negozio. Fatto sta che nei confronti dell’uomo non è emersa alcuna responsabilità. La donna si è sempre difesa sostenendo di aver comunicato a suo tempo al Comune le anomalie riscontrate nel compimento di alcuni versamenti, ma di non aver mai avuto risposta. Per l’avvocato del Comune, invece, impossibile credere all’errore di fronte all’ammontare della cifra.