Parabiago, 26 ottobre 2011 - Avevano eletto illegalmente a loro domicilio l’area dismessa dell’ ex “Its-Artea, al civico 78 di corso Sempione di Parabiago. E qui vivevano in condizioni di estremo degrado, in locali in cancrena privi delle più elementari condizioni igieniche sanitarie. Un ambiente, insomma, estremamente degradato. Dodici rumeni, tra cui tre donne e un bambino di otto anni. Ma un’operazione congiunta tra i carabinieri di Parabiago e la Polizia Locale coordinata dal comandante Maurizio Morelli, ha portato allo sgombero dell’ennesimo “hotel miseria” dell’Altomilanese, scoprendo un vero e proprio lager ricavato tra anguste postazioni e letti improvvisati.

Il blitz all’interno di quel che rimane della storica azienda di tessuti speciali, è scattato alle sette e mezza di lunedì. Notando le sbarre della cancellata forzate, erano stati alcuni cittadini a segnalare alle forze dell’ordine la presenza abusiva di extracomunitari, costretti a vivere in un rudere fatto oramai unicamente di tuguri e sudicie stamberghe.

 

La scena che si è presentata davanti ai militari dell’Arma e ai vigili urbani era quella già viste tante altre volte nelle fabbriche abbandonate del Legnanese: ex capannoni industriali fatiscenti trasformati in disperati dormitori, dove gli occupanti tentano di sopravvivere tra rifiuti, pareti di cartongesso, rottami di biciclette, masserizie, bombole del gas, stufe e fornelli elletrici. E anche questi rumeni dormivano nelle medisime condizioni disumane e precarie, stipati nel piano inferiore dell’edificio.

Alla vista delle forze dell’ordine, tutti e dodici si sono alzati dai loro umidi materassi e si sono consegnati senza opporre alcuna resistenza. Dopo essere stati identificati, sono stati tradotti in Questura a Milano, per le procedure di rito. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore alla Polizia Locale, Luca Ferrario: «La buona riuscita di quest’operazione è dipesa dalla collaborazione tra i Carabinieri di Parabiago, che l’hanno coordinata, e i nostri agenti, che hanno fornito il supporto in termini di uomini e di mezzi. Già in passato questa sinergia ha dato buoni frutti. Il tutto ci fa comprendere come l’unione di forze è una strada sicura e produttiva contro qualsiasi forma di illegalità».