Legnano, 1 giugno 2011 - «A te i tuoi soldi, a noi il lavoro». Ieri mattina una trentina di cassintegrati ha protestato a Milano, davanti alla sede di UniCredit di piazza Cordusio. Una manifestazione promossa dalla Confederazione unitaria di base (Cub) e dal Comitato magentino Dignità e Lavoro per sollecitare l’istituto bancario ad agevolare la cessione delle aree Novaceta alla società italo-americana che ha presentato un piano industriale di rilancio.

«I lavoratori chiedono a UniCredit di accelerare la chiusura della trattativa e l’occupazione di 169 persone - spiega Giovanni Cippo, segretario nazionale dell’Allca Cub (Associazione Lavoratrici Lavoratori Chimici e Affini) -. Il 22 luglio scade la cassa integrazione: se non si arriverà a un’intesa scatteranno i licenziamenti». La protesta è proseguita fino al primo pomeriggio. I lavoratori della Novaceta hanno organizzato un presidio con striscioni e fischietti. «L’azienda tessile leader mondiale non deve chiudere», recitavano uno stendardo. «Il nodo della trattativa tra la banca e gli acquirenti riguarda la bonifica dei terreni - chiarisce Cippo -. Gli imprenditori hanno una perizia, UniCredit ne ha un’altra. Le parti danno una valutazione diversa dell’intervento di bonifica. E questo incide sulla valutazione economica dei terreni».

«Unicredit ribadisce che, nei limiti del proprio ruolo di creditore della fallita società e di proprietaria dell’area, è stata sempre impegnata a favorire una soluzione che consentisse la ripresa dell’attività industriale ex Novaceta - spiega la banca in una nota -. Purtroppo tale impegno non è mai stato riscontrato da alcuna proposta concreta da parte di soggetti evidentemente solo in astratto interessati.

Nell’auspicio di ricevere quanto prima una proposta reale su cui sia possibile avviare una trattativa, UniCredit continua a lavorare con la massima trasparenza e disponibilità, anche nei confronti delle parti sociali e delle istituzioni, per una positiva conclusione della vicenda». Lunedì la società italo-americana formata dalla bresciana Avalon e da imprenditori della Repubblica di Panama e UniCredit si ritroveranno davanti al prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. A giorni è attesa l’offerta che i soci panamensi sono disposti a mettere sul tavolo per acquistare i terreni di viale Piemonte.