Bernate Ticino, 22 marzo 2011- Una voce di paese a cui in pochi davano credito. Un cadavere, forse due, in un campo vicino al Naviglio, sorvegliato giorno e notte dai carabinieri. «Arrivano la sera tardi e smontano la mattina presto - raccontano i residenti -. Da qualche mese è un continuo via vai di di forze dell’ordine. Le ipotesi sono tante». L’area finita sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti è la stessa dove qualche settimana fa sono state ritrovate ossa e carcasse di animali. Ma tra i resti di animali gli scavi hanno portato alla luce il corpo di una persona affiliata alla ’ndrangheta abbracciato a un corpo di cemento. Nella zona delimitata da un cancello arrugginito gli inquirenti stanno cercando il cadavere di una seconda persona. «L’Amministrazione comunale non è stata informata delle indagini in corso che proseguono nella massima segretezza - precisa il sindaco di Bernate, Osvaldo Chiaramonte -. Nel 2009, quando mi sono insediato, ho lavorato per bloccare la macellazione abusiva. Ho chiamato veterinari da Monza, coinvolto le forze dell’ordine e emanato un’ordinanza. Altre informazioni non ne ho: l’area è privata, di una persona di origini calabresi. Non risultano cambi di destinazione urbanistica».

Il terreno dove i carabinieri cercano si trova in fondo a via San Giorgio, a pochi metri dall’omonima cascina. Qui termina la strada comunale (l’ultimo tratto è sterrato). Proseguendo si gira intorno a una costruzione bianca, una cascina, e si arriva a Castelletto di Cuggiono costeggiando l’antico borgo Rubone, un tempo villaggio di pescatori. Impossibile varcare il cancello che delimita la proprietà senza essere bloccati da agenti in borghese che invitano a lasciare il terreno. Perché quel prato nasconde dei segreti, che gli investigatori stanno cercando di svelare. Da tempo le voci in paese si rincorrevano, ma nelle ultime settimane erano sempre più insistenti quelle che parlavano di un cadavere nascosto fra le carcasse di animali. Un cadavere senza nome, ma che sarebbe stato legato ad ambienti calabresi. La ’ndrangheta a Bernate Ticino? «Di certo c’è qualche giro strano, ma sono tutte fandonie» commentava qualche residente. E invece un cadavere c’è, forse più d’uno. Forse l’omicidio di Carmelo Novella, che porta la data del luglio 2008, non è stato il primo omicidio compiuto nell’Altomilanese. Quello più plateale di certo, ma probabilmente non il primo in ordine di tempo. Se con il caso Novella l’Altomilanese si è scoperto terra di conquista della ’ndrangheta, attraverso quello che sta emergendo a Bernate si comincia a guardarsi intorno e a chiedersi come è stato possibile vivere anni senza capire che in fondo certe storie, spesso raccontate nei film, non sono così lontane. I nomi di Rocco Stagno e Antonio Tedesco, che potrebbero identificare i corpi al centro delle ricerche, di certo non hanno mai avuto alcun significato per la maggioranza dei residenti nella zona. Ma da oggi potrebbero diventare terribilmente familiari.