Ossona, 15 gennaio 2011- In paese anche oggi non si parla d’altro. Chi ha profanato le tombe nuove e antiche del cimitero? Per quale motivo? Che fine hanno fatto gli arredi scomparsi e a cosa sono serviti? Sono solo alcune delle domande che passano di bocca in bocca, di negozio in negozio. Tra timori e certezze, la gente è divisa tra la voglia di sapere e la tentazione di rimanere in silenzio, impotente di fronte alla sconvolgente gravità di quanto accaduto nei giorni scorsi. «Sono stata chiamata dal Comune giovedì verso mezzogiorno - dice Angela G., pensionata - e sono stata informata del fatto che i colombari dove riposano i miei genitori sono stati danneggiati da sconosciuti. All’inizio pensavo si trattasse di uno dei soliti furti di rame o bronzo, ma quando in paese ha cominciato a spargersi la voce di un possibile coinvolgimento di sette sataniche ho avuto paura. Fortunatamente, le ossa dei miei genitori non sono state toccate, è stata spaccata soltanto la lapide di copertura, ma ciò non toglie che si sia trattato di un evento orribile e che a Ossona siamo tutti spaventati».
Intanto, le indagini proseguono. Indispensabile scoprire la dinamica dei fatti, l’identità dei criminali responsabili del folle gesto ma anche la tempistica dell’evento, per capire in che momento è avvenuto lo scempio. La prima ad accorgersi che qualcosa non andava è stata una pensionata ossonese, Lucia Oldani, che aveva notato un colombario aperto già mercoledì: «Vedendo una cassettina di legno nel loculo, ho pensato che stessero facendo dei lavori o spostando dei defunti - ha detto Lucia -. Quando però ho visto il cancello sbarrato e i carabinieri all’esterno, ho capito che doveva essere successo qualcosa di più grave».
A dare l’allarme è stato un lattoniere che, mentre stava eseguendo alcuni lavori di manutenzione ordinaria all’interno del camposanto, ha intravisto delle ossa e una cassettina gettate a terra dietro una cappelletta privata. Avvicinandosi, si è reso conto della gravità della situazione e ha subito chiamato le autorità. Dai 17 loculi e dalle 6 tombe di famiglia sono state asportate croci, fotografie, di cui una appartenente alla tomba di un ex sindaco, lastre di pietra e materiali vari, per la maggior parte di nessuno o scarso valore economico: niente furto a scopo di lucro quindi, ma presumibilmente qualcosa di peggio.
Sembra essere esclusa, fortunatamente, la possibilità che siano stati eseguiti veri e propri riti satanici all’interno del camposanto: qualunque cosa sia stata fatta del materiale sottratto, è stata fatta al di fuori delle mura. Dopo la perquisizione dei carabinieri e della scientifica, il cimitero è stato riaperto ai visitatori, accorsi numerosi per verificare le condizioni delle tombe dei propri cari, mentre già qualcuno in paese si chiede: «Chi pagherà i danni?». Chiusa nei suoi dubbi, la popolazione attende i risultati delle indagini e aspetta il momento in cui potrà ripresentarsi unita al cimitero in occasione della nuova benedizione delle tombe violate.
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