Legnano, 10 novembre 2010- Undici mesi di reclusione. Condanna confermata, anche se con pena sospesa con i benefici di legge, per Valeria Vanossi. La Corte di Cassazione ha quindi condannato definitivamente l’ex presidente della sezione femmininile della Croce Rossa per peculato. Secondo la pubblica accusa, la donna avrebbe utilizzato l’auto di servizio della Croce Rossa per motivi personali. La Corte ha rilevato come i dipendenti della Croce Rossa siano «incaricati di pubblico servizio» e, come tali, a loro sia precluso l’utilizzo dei mezzi aziendali a fini privati. La dirigente è stata inoltre condannata per lo stesso reato per essersi anche appropriata di venti buoni pasto «riservati esclusivamente al personale della Croce Rossa addetto al trasporto degli ammalati».

La donna era già stata condannata dalla Corte d’appello di Milano nel maggio 2008. Inutile il suo risorso Cassazione, volto a dimostrare anche che l’uso delle vetture aziendali per motivi privati e dei buoni pasto era «stato autorizzato dai rispettivi responsabili» e che in ogni caso «si era trattato di un uso solo momentaneo dei veicoli e di un infimo valore per i buoni pasto». La Corte ha respinto il reclamo della Vanossi e ha evidenziato come sono stati riconosciuti «il carattere di peculato d’uso» e le attenuanti generiche «in relazione alla ritenuta particolare tenuità dei fatti e del relativo danno patrimoniale».