Legnano, 19 luglio 2010 - Un collegamento a doppio filo con la Calabria. Dai dettagli forniti dalle forze dell’ordine nell’ambito dell’operazione che martedì scorso ha portato alla cattura di 160 persone accusate di far parte di organizzazioni criminali che fanno capo alla ’ndrangheta emerge che Magenta era stata presa a modello per una sorta di commissariamento della Lombardia, ovvero l’organizzazione sotto la quale erano raggruppate tutte le locali della regione. Nonostante fosse apparentemente lontana dagli affari, la città era comunque un punto di riferimento importante per la criminalità organizzata.

 

Dopo la morte di Carmelo Novella, assassinato il 14 luglio 2008 da Antonino Belnome al Circolo ex combattenti e reduci di San Vittore Olona, era infatti necessario nominare il suo successore come capo della Lombardia. Non essendo però possibile farlo in tempi ristretti anche a causa delle diverse fazioni, non solo fra le numerose ’ndrine che compongono la Lombardia, ma anche fra i vari clan che controllano gli “affari” in Calabria, si era resa necessaria una “camera di controllo”.

 

L’intenzione espressa dal coordinamento delle “case madri” calabresi era infatti quella di commissariare la Lombardia, vista anche la totale mancanza di accordo sul nome del successore, proprio sulla scorta del modello magentino dove, anni fa, sarebbe stato utilizzato il medesimo sistema. Il commissario designato sarebbe stato Pino Neri. Quest’ultimo godeva di un’indiscutibile considerazione essendo stato il fondatore della Lombardia insieme a Carmelo Novella. Quello stesso Novella che è stato portato alla morte dalla propria smania di autonomia rispetto alla Calabria.