"Non abbiamo il lavoro né un’abitazione così l’ex Cral è diventato casa nostra"

Nell’area Cral della ex Novaceta c'è un piccolo orto. Segno che qualcuno ci lavora, nonostante la zona sia completamente abbandonata da tempo. In effetti due persone, un uomo e una donna, hanno fatto di quel luogo la loro casa. Hanno occupato gli ex spogliatoi del campo da calcio di Graziano Masperi

Marito e moglie vivono negli spogliatoi del centro (StudioSally)

Marito e moglie vivono negli spogliatoi del centro (StudioSally)

Magenta (Milano), 22 agosto 2014 - Qualcuno probabilmente, passando lungo la pista ciclabile di viale Piemonte, avrà notato nell’area Cral della ex Novaceta un piccolo orto. Segno che qualcuno ci lavora, nonostante la zona sia completamente abbandonata da tempo. In effetti due persone, un uomo e una donna, hanno fatto di quel luogo la loro casaHanno occupato gli ex spogliatoi del campo da calcio e li hanno trasformati in un’abitazione. Una cucina, i bagni, la camera da letto e il soggiorno all’ingresso. Loro sono marito e moglie e da gennaio vivono in queste condizioni.

«Tutto è cominciato quando ho perso il lavoro – ha detto Walter Scaramuzza – l’affitto era diventato troppo oneroso e siamo rimasti sulla strada. Abbiamo visto questo posto. Con un po’ di buona volontà l’abbiamo rimesso a nuovo e, da gennaio, è diventato la nostra casa». Naturalmente le cose non potranno continuare così all’infinito. «Abbiamo più volte chiesto un aiuto – continuano Walter e la moglie – ma non c’è stato niente da fare. Ora attendiamo il prossimo bando per l’assegnazione delle case dell’Aler e proporremo domanda». Sono stati Walter e la moglie ad aprire il cancelletto dell’area Cral ai volontari del Movimento Popolare Dignità e Lavoro che l’altro giorno hanno occupato l’ex parco sportivo per rimetterlo in sicurezza.

Sono diventati un po’ i guardiani del Cral e chissà, nel prossimo futuro, potrebbero diventarlo a tutti gli effetti. «È quello che speriamo si possa fare», ha detto Mario De Luca del Movimento . La moglie di Walter Scaramuzza ci mostra la casa. «Prendo una pensione di 280 euro al mese – dice – naturalmente bastano a malapena per le spese necessarie per sopravvivere. Mio marito, dopo essere rimasto completamente fermo un anno è tornato a lavorare. Svolge però soltanto lavoretti saltuari. Queste sono condizioni di vita che non auguriamo a nessuno». L'orto, per la famiglia Scaramuzza, non è un passatempo.

Anche qualche ortaggio è diventato un modo per risparmiare e poter vivere dignitosamente. I locali degli ex spogliatoi non sono certo adatti per farci un’abitazione. Manca la corrente, le condizioni igieniche sono veramente precarie. «Chiediamo semplicemente che qualcuno ci dia una mano – hanno detto –. Se abbiamo occupato abusivamente questo posto lo abbiamo fatto solo perché non avevamo un tetto. Oggi è tutto quello che abbiamo».