Giovedì 16 Maggio 2024

Cracco e la scuola di cucina nell’ex convento di Abbiategrasso. Lo chef spacca il Consiglio, Finiguerra attacca: "Lo hanno favorito"

L’assessore Colla: per ora ha solo dimostrato di avere i requisiti di Michele Azzimonti

Lo chef Carlo Cracco (Ansa)

Lo chef Carlo Cracco (Ansa)

Abbiategrasso (Milano), 28 dicembre 2014 - È muro contro muro, fra Amministrazione comunale e Cambiamo Abbiategrasso sulla scuola internazionale di alta cucina all’Annunciata. Il gruppo capitanato da Domenico Finiguerra annuncia una mozione per annullare il bando pubblico con cui l’Amministrazione ha raccolto le manifestazioni d’interesse da parte degli operatori del settore. Bando cui ha risposto un solo candidato: lo chef pluristellato Carlo Cracco. «È una procedura che ha troppe zone d’ombra e sembra ritagliata su misura per un solo candidato - sottolinea Finiguerra, che si dice insoddisfatto delle risposte date dall’assessore Daniela Colla all’interrogazione -. Se fossi uno chef stellato che vive del proprio ristorante ma non ha consulenze o contratti pubblicitari su come decorare delle banali patatine fritte, anche se fatturassi oltre 7 milioni di euro, sarei tagliato fuori dal progetto. Secondo il bando, inoltre, occorre essere ambasciatori di Expo. E indovinate chi ha nominato Maroni ambasciatore di Expo? Proprio Cracco».

Pacata la reazione dell’assessora Colla, che in Consiglio ha spiegato nei dettagli l’iter e le ragioni del progetto. «Ai candidati sono stati richiesti diversi requisiti economici in base alle esigenze del progetto. Per quanto riguarda la scuola di alta cucina, che deve avere un forte legame col territorio lombardo in termini turistici, agroalimentari ed economici, è richiesto il 25% del fatturato aziendale. Ma il candidato ideale deve anche promuovere idonee sinergie tra il mondo produttivo e il sistema agricolo, turistico e culturale del territorio esteso anche al campo della moda, del design e dei settori di rilevanza per Expo 2015. Per cui su tali aspetti imprenditoriali è richiesto il 65% del fatturato aziendale». L'assessore respinge inoltre le voci sul canone d’affitto a cui verrebbe concessa l’Annunciata. Secondo un’opinione di Rifondazione, riportata da Finiguerra nella sua interrogazione, si tratterebbe di poche migliaia di euro. «Siamo ancora nella fase della manifestazione d’interesse - ribatte l’assessora Colla -. Perciò l’ammontare del canone concessorio non è stato valutato. Il concorrente partecipante non ha presentato alcuna proposta a valenza tecnica ed economica, ma solo la dimostrazione dei requisiti richiesti».