Mercoledì 24 Aprile 2024

Cracco e la scuola di cucina nell’ex convento di Abbiategrasso. Un’ipotesi indigesta

Dai palcoscenici televisivi di mezzo mondo agli spazi ascetici di un convento lungo i Navigli. Cracco, star indiscussa della cucina internazionale, è pronto a sbarcare ad Abbiategrasso per fondare nell’ex convento dell’Annunciata un’accademia internazionale della cucina d’autore. Abbiategrasso è divisa. Il sindaco: c’è molto da fare di Michele Azzimonti

Lo chef Carlo Cracco (Ansa)

Lo chef Carlo Cracco (Ansa)

Abbiategrasso (Milano), 16 dicembre 2014 - Dai palcoscenici televisivi di mezzo mondo agli spazi ascetici di un convento lungo i Navigli. Cracco, star indiscussa della cucina internazionale, è pronto a sbarcare ad Abbiategrasso per fondare nell’ex convento dell’Annunciata un’accademia internazionale della cucina d’autore. Un progetto che combacia pienamente col nuovo volto di questa cittadina di 33mila abitanti immersa nel Parco del Ticino. Dopo il tramonto di gioielli industriali come Mivar e Siltal ora si tenta la carta del turismo. Con successo. Abbiategrasso si è ritagliata un posto di rilievo nel circuito delle Cittaslow e organizza con altrettanto successo una manifestazione nazionale dedicata all’enogastronomia (Abbiategusto) che ogni anno riesce a prendere per la gola oltre 40mila visitatori. L’operazione Cracco obbedisce alla nuova strategia. L’idea cardine è di trovare una nuova destinazione al grande patrimonio architettonico di proprietà pubblica che fa di Abbiategrasso un piccolo gioiello artistico. L’attenzione si è appuntata sul convento dell’Annunciata, che insieme al Castello Visconteo e a Palazzo Stampa è stato recuperato con notevoli sforzi economici dopo decenni di incuria. Ma ora la manutenzione dell’immobile grava come un macigno sulle casse comunali. Il conto è salato: la spesa annuale ammonta a 200mila euro, senza alcun ritorno economico per il Comune.

ARTE L’ex convento conserva un ciclo di affreschi di rara bellezza eseguiti da Nicolao Moietta nel 1519. Opere che costituiscono la parte più preziosa del complesso voluto da Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, nel 1469 Nella foto distribuita dall’ufficio stampa il 15 aprile 2014 lo chef Carlo Cracco ANSA/UFFICIO STAMPA SKYTV +++NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++Nasce così, anche sotto la spinta di un’emergenza economica, l’idea di destinare una parte del convento a una scuola di alta cucina. A capo dell’operazione un nome di grido, Cracco. Il quale ha già annunciato alla stampa che la scuola di alta cucina sarà pronta per Expo 2015. Ma il sindaco di Abbiategrasso, Pierluigi Arrara, sceglie la cautela: «Per ora siamo solo alla fase iniziale, quella della manifestazione d’interesse a cui ha risposto Cracco. Vedremo se l’operazione andrà in porto. Di certo la scuola di alta cucina rappresenta per Abbiategrasso una splendida opportunità. La scuola non è fine a se stessa, ma è il fulcro di un progetto più generale, che trasformerà il convento dell’Annunciata in un punto di riferimento per il cibo e i prodotti di qualità, in linea con Expo 2015». Ma l’operazione Cracco ha già innescato un duro braccio di ferro tra maggioranza e opposizione, con in prima fila “Cambiamo Abbiategrasso”, gruppo guidato da Domenico Finiguerra, ex candidato alle ultime elezioni europee con Tsipras.

«L’Annunciata non è una patatina!», tuona Finiguerra, riferendosi alla figura di Cracco immortalata sui sacchetti di una nota marca di patatine. Uno slogan a effetto sotto cui si celano motivi più seri. «Assegnare gli spazi dell’ex convento, carichi di storia, a una scuola di alta cucina internazionale comporterebbe un grave snaturamento dei luoghi, della memoria e della vocazione dello stesso convento». Finiguerra, che presenterà un’interrogazione al prossimo consiglio comunale, contesta anche il metodo scelto dall’Amministrazione comunale per affidare l’incarico a Cracco: «I criteri definiti nella procedura ad evidenza pubblica risultano estremamente stringenti e tali da limitare di fatto la concorrenza, rendendo oggettivamente difficile la partecipazione alla selezione da parte di altri soggetti oltre la Cracco Investimenti srl. Ai candidati si chiedeva, per esempio, un fatturato di 7 milioni realizzato negli ultimi 3 anni, di cui almeno 2 e mezzo per l’attività di ristorazione e di consulenza nell’area food del settore agroalimentare». Gli altri nodi da sciogliere sul progetto li spiega lo stesso sindaco: «L’ex convento è di proprietà del Comune, ma è tuttora vincolato a un accordo di programma stipulato nel 2003 tra Regione, Provincia di Milano, Comune di Abbiategrasso e Università degli Studi. L’accordo prevede la valorizzazione del monumento mediante la creazione di attività universitarie e di spazi museali». E dunque va rivisto. Inoltre l’ex convento è tutelato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici.