Treni, troppi morti. Mettiamo in sicurezza i binari

IL COMMENTO

Morire sui binari. Morire per una distrazione. Morire un caso. Morire per un "tanto non capiterà mai a me". In questi giorni, forse come non mai negli ultimi vent'anni, tante persone, per lo più giovani, sono morte travolte o colpite da un treno nel Legnanese. Morti assurde. Morti che fanno riflettere. O che almeno dovrebbero fare riflettere. Come può essere possibile accedere a zone così pericolose come sono i binari di un treno in maniera tanto facile? Non trascorre sera in cui all'interno della stazione di Legnano non si vedano persone attraversare i binari a piedi. A Rescaldina, invece, capita spesso la mattina di vedere qualcuno che li attraversa persino con una bicicletta in spalla. Al di là dello scarso buonsenso di molti - altro che educazione civica a scuola, per cambiare la mentalità di alcuni stupidi servirebbero corsi intensivi della durata di anni -, emerge sempre di più quella che è ormai un'esigenza: mettere in sicurezza i binari ferroviari. La morte del giovane sudamericano avvenuta nella notte fra lunedì 24 e martedì 25 luglio ne è un esempio evidente: se non si fosse trovato in quella zona boschiva di via Robino a Legnano a camminare accanto ai binari indisturbato, lo spostamento d'aria del treno non lo avrebbe mai sbalzato e lui non sarebbe stato colpito mortalmente alla nuca dal convoglio in transito.

Non si tratta di certo di interventi semplici, rapidi e poco costosi, ma quanto vale una vita umana? Fosse anche soltanto per salvare chi accidentalmente rischia di scivolare sotto un treno in corsa a causa di una banchina stretta - come è ad esempio quella nella stazione di Canegrate -, perché non pensare a interventi radicali? Il messaggio audio "Allontanarsi dalla linea gialla" diffuso nelle stazioni ferroviarie è ormai vuoto di significato per molti pendolari. Figuriamoci per gli stranieri che popolano le stazioni ma che di italiano capiscono soltanto qualche parola. Rfi, le Amministrazioni comunali, gli enti "provinciali", le Regioni, le istituzioni nazionali: tutti devono fare la loro parte. Perché nel 2017 in Lombardia non si può morire colpiti da un treno in corsa.