Mercoledì 24 Aprile 2024

Casorezzo: «Troppo poca la distanza dai centri abitati, ecco perché ho fermato quella discarica»

Niente amianto nella cava di Casorezzo: parla l’assessore Claudia Terzi. "Se sarà presentato un nuovo progetto lo valuteremo e ricomincerà il confronto con i territori"

Cava a Casorezzo

Cava a Casorezzo

Claudia Terzi, assessore regionale all'ambienteCasorezzo, 17 gennaio 2015 - La Regione Lombardia blocca il progetto della discarica di amianto alle cave collocate tra Casorezzo e Busto Garolfo. Parla l’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Terzi: «Mancava un presupposto fondamentale». Il progetto della ditta Solter prevedeva il trasferimento di rifiuti contenenti amianto in una buca con superficie pari a circa 70mila metri quadrati e profonda circa 10 metri. Immediate le mobilitazioni dei due Comuni, delle associazioni ambientaliste e di molti cittadini per dire no al progetto. Partita anche una raccolta firme dal comitato anti discarica. E il risultato alla Conferenza dei Servizi in sede regionale è stato positivo per tutti coloro che si sono ribellati al progetto di Solter: Regione Lombardia ha bloccato l’iter per la realizzazione della discarica.

Assessore Terzi, su quali motivazioni si basa il diniego della Regione al progetto?

«Si basa sostanzialmente su una norma che abbiamo introdotto l’anno scorso nel Piano regionale di gestione dei rifiuti e che riguarda la distanza di una discarica di amianto dal centro abitato. Fino al giugno 2014 era in vigore una distanza di 200 metri. Ci sembravano pochi e quindi abbiamo alzato la soglia a 500 metri; ci sembrava un distacco più consono e un segnale forte dell’attenzione posta alla questione da parte della Regione. Abbiamo preso questa decisione dopo un’attenta riflessione e anche dopo le sollecitazioni che abbiamo avuto dal territorio sulla questione, anche al di là del caso specifico. Il progetto di Solter prevedeva una distanza di 330 metri e quindi mancava la base».

La Solter ha già annunciato di avere l’intenzione di presentare un nuovo progetto. Che strada intende seguire in merito la Regione?

«La Regione non può impedire di presentare un nuovo progetto. Qualora ci fosse, prenderemo in esame questa nuova istanza, che sarà valutata sulla scorta di regole ed elementi tecnici. E si rincomincerà il confronto con i territori. Certo è che il presupposto della distanza è fondamentale».

Una gestione pubblica delle discariche di amianto potrebbe essere risolutiva per quanto riguarda sicurezza e legalità?

«All’estero sono gli enti locali che gestiscono questo tipo di impianti. Forse potrebbe essere una rassicurazione rispetto a tutti i dubbi ma in Italia – e ancor meno in Lombardia – questo discorso non può al momento essere fatto, perché c’è una mancanza di accettazione quasi automatica e comprensibile. C’è molta sensibilità da parte del territorio. Potrebbe essere però un’ipotesi». Il sindaco di Casorezzo, Pierluca Oldani, ha proposto più volte di portare i rifiuti di amianto in miniere abbandonate. Cosa ne pensa? “A mio avviso non è riempiendo le miniere che si può gestire la questione amianto. Il problema non è tanto il fatto di sotterrare i rifiuti di amianto, quanto quello di come si gestiscono e come si realizzano gli stoccaggi».