Torre De' Busi, giovane incinta picchiata a sangue dal marito ubriaco

L'uomo, trent'anni, l'ha massacrata di botte mettendo in serio pericolo la vita del bambino

La donna è stata salvata dai carabinieri allertati dai vicini di casa

La donna è stata salvata dai carabinieri allertati dai vicini di casa

Torre De' Busi (Lecco), 12 febbraio 2015 - L'ha massacrata di botte, con violenza, senza pietà, anche se in grembo lei porta il loro figlio, segno di quello che dovrebbe essere il loro amore, un amore che però è ormai pare finito, infranto sotto i ripetuti colpi che lui le ha assestato. Ieri mattina un 30enne ha picchiato la giovane moglie di 26 anni, un’aggressione da sola già assurda, ma ancora più grave perché lei è incinta del loro bimbo. Tutto è accaduto ieri intorno a mezzogiorno, in un appartamento di via Torre a Torre de’ Busi, in centro paese.

L'uomo era ubriaco fradicio, non si sa per quale motivo si sia trasformato in una furia, forse semplicemente perché aveva bevuto troppo. Ha assalito la donna con sberle, pugni e spintoni. Lei ha cercato di parare le manate, di difendersi, di scappare. Lo ha anche implorato di smetterla in nome del loro bimbo. «Per favore lasciami andare», ha urlato in lacrime. Non è servito a nulla, se non ad aizzare ulteriormente il compagno manesco che ha continuato ad infierire su di lei e a colpirla in pancia.

«Almeno il bimbo no, lasciato stare, lui non c’entra nulla», l’avrebbero sentita urlare alcuni vicini. Qualcuno ha allertato i soccorsi e chiesto aiuto ai carabinieri. Sul posto sono intervenuti a sirene spiegati i militari di quattro gazzelle, che hanno fatto irruzione nell’abitazione dove si stava consumando il pestaggio e bloccato l’orco ancora in azione. Lo hanno trasferito subito in caserma per valutare la sua pozione e deciderne la sorte.

La ragazza in dolce attesa è stata invece accompagnata in ambulanza dai sanitari del 118 all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco. E' stata ricoverata in osservazione nel reparto di Ostetricia dove è stata sottoposta a tutti gli accertamenti del caso. Gli esami diagnostici parrebbe che fortunatamente abbiano scongiurato il rischio di conseguenze sia per lei, sia per il piccolo di cui sta per diventare madre. In serata è stata dimessa e ha potuto tornare a casa, spaventata, dolorante e livida, ma contenta che il bimbo sia sano. Lui, il marito, invece no, almeno per ora, a lei non può avvicinarsi.