Valle San Martino con Bergamo? Sale la tensione in attesa del referendum

Daniele Nava ricorda: "L’unico procedimento perché un comune possa cambiare provincia è dettato dall’articolo 133 della Costituzione"

Daniele Nava

Daniele Nava

Torre de' Busi (Lecco), 10 giugno 2016 - La questione del referendum per cambiare provincia tiene ancora banco ed è un invito alla calma e ad attendere gli esiti del referendum di ottobre è quello che viene rivolto ai promotori del comitato per il ritorno della Valle San Martino con Bergamo - e in particolare al sindaco Eleonora Ninkovic - dai rappresentanti lecchesi del Nuovo Centrodestra in Regione Lombardia Mauro Piazza e Daniele Nava. Nava in particolare, anche per il ruolo di sottosegretario regionale con delega alle riforme istituzionali e agli enti locali, «pur non dimenticando la storia della Valle San Martino e le sue origini», rammenta al comitato che «l’ordine del giorno approvato dalla maggioranza dei consigli comunali dei comuni della provincia di Lecco fa esplicito riferimento al mantenimento dell’unitarietà a livello provinciale anche nel nuovo ente di area vasta».

Una posizione, questa, condivisa pure dall’assemblea dei sindaci nonché da un documento firmato dalle principali associazioni di categoria e illustrato dal presidente della Camera di Commercio di Lecco. Fino a ottobre, cioè fino al referendum costituzionale, «l’unico procedimento perché un comune possa cambiare provincia è dettato dall’articolo 133 della Costituzione – ricorda Nava - Cosa che il senatore Paolo Arrigoni, sostenitore delle posizioni pro-Bergamo, dovrebbe sapere bene». Nel frattempo Regione Lombardia sta predisponendo una proposta di riordino delle autonomie confrontandosi con territori, categorie e stakeholders per delineare le funzioni e le competenze dei futuri enti di area vasta. «Il percorso che stiamo intraprendendo si concluderà a fine giugno con una proposta che invieremo al Governo – prosegue il sottosegretario Nava - Conosciamo e comprendiamo le istanze e la storia passata dei comuni della Valle San Martino, ma è una questione che viene regolamentata con legge ordinaria dello Stato».

Quindi, se verrà approvato il referendum di ottobre, sarà possibile aprire il tavolo di discussione per la Valle San Martino e per altre situazioni analoghe, in quanto le province non avranno più rango costituzionale. Sino ad allora è prematuro parlarne. «Lungi dalla nostra sensibilità non tener conto della volontà popolare nell’autodeterminarsi. Se arrivasse la proposta e la Regione dovesse esprimersi in merito, a titolo personale non avrei alcuna contrarietà a sostenere la posizione indicata dai cittadini – interviene Mauro Piazza - Prova ne sia che Regione Lombardia non si è mai opposta a collaborazioni interprovinciali. Un esempio recente riguarda due municipalità appartenenti a province diverse ma molto vicine, come Torre de Busi e Caprino Bergamasco, che hanno partecipato insieme a bandi di Regione Lombardia come quello per la sicurezza riuscendo peraltro a ottenere i finanziamenti del caso». 

Da Piazza arriva una stoccata finale «agli amministratori del PD che indicano strumentalmente il fatto che sia la Regione a non volere il ricongiungimento della Valle San Martino con Bergamo. A loro vale la pena ricordare che il primo sostenitore dei confini attuali è il sindaco PD di Lecco Virginio Brivio, insieme a moltissimi sindaci sempre dello stesso partito».