Ora rubano anche agli ex senzatetto, neppure i poveri stanno tranquilli

Robin Hood rubava ai ricchi per donare ai poveri. Nel Lecchese c’è chi, invece, ruba proprio ai poveri. O almeno ci tenta. Così una settimana fa qualcuno ha cercato di portarsi via il furgone dell’associazione Rivalsa, formata dai senzatetto di Lecco di Fabio Landrini

Aalcuni degli ospiti con lo striscione dell’associazione (Cardini)

Aalcuni degli ospiti con lo striscione dell’associazione (Cardini)

Garlate (Lecco), 19 settembre 2014 -  Robin Hood rubava ai ricchi per donare ai poveri. Nel Lecchese c’è chi, invece, ruba proprio ai poveri. O almeno ci tenta. Così una settimana fa qualcuno ha cercato di portarsi via il furgone dell’associazione Rivalsa, formata dai senzatetto di Lecco. «Hanno forzato il volante provocando un danno di circa 500 euro – racconta Pietro Mazza, consigliere del gruppo -, ma non sono riusciti a portarlo via. Siamo quindi andati dalle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto, ma non sappiamo ancora nulla». Il problema, oltre al costo della riparazione, è l’inattività del mezzo. «Abbiamo dovuto posticipare o rinunciare ad alcuni lavori. E a noi quei soldi servono tantissimo». Perché l’associazione - che conta 48 iscritti, di cui 27 senzatetto, si propone di aiutare le persone in difficoltà che hanno perso il lavoro e vogliono una seconda chance nella vita.

Dal primo settembre dieci persone vivono stabilmente in una casa a Garlate, in via Statale, messa a disposizione dalla Parrocchia. Sono in comodato d’uso ma hanno lavorato sodo, dai primi di maggio, per sistemare i locali. «Io facevo il muratore – continua Mazza -, c’è poi un mobiliere, un infermiere, un barista, un salumiere, un parrucchiere e altri ancora. Tutti insieme abbiamo lavorato per sistemare la casa con i pochi attrezzi che siamo riusciti a recuperare. Qualcosa ci è stato regalato dalle persone, mentre altro lo abbiamo comprato con i soldi guadagnati». Nei settanta giorni di manutenzione l’associazione ha infatti organizzato sei catering e 27 traslochi per raccogliere fondi. E intanto non dimenticano la beneficenza in favore di chi sta peggio di loro. «Realizziamo pacchi alimentari per persone che in questo momento si trovano in difficoltà e hanno vergogna a rivolgersi altrove». L’associazione, nata pochi mesi fa proprio dall’iniziativa spontanea di alcuni ospiti del rifugio Caritas di Lecco nel momento in cui è stata chiusa la struttura, è in cerca di convenzioni con i Comuni del territorio e lavori con associazioni e privati per poter andare avanti con la dignità che li contraddistingue. «Alcuni che all’inizio erano con noi sono riusciti a trovare una sistemazione e un lavoro, la vera rivalsa insomma - racconta Mazza -. A Garlate ora rimaniamo in dieci, di cui cinque sono via tutto il giorno perché hanno aderito a una borsa lavoro con il Comune di Lecco».