Lecco, Pd in frantumi sul registro Dat

"Uno schiaffo allo spirito civico, avvenuto proprio nella patria di Eluana Englaro". Le parole forti dell’ex consigliere comunale Viviana Parisi dopo la bocciatura di Palazzo Bovara

Il Consiglio comunale

Il Consiglio comunale

Lecco, 1 giugno 2016 - «Uno schiaffo allo spirito civico, avvenuto proprio nella patria di Eluana Englaro». Le parole forti dell’ex consigliere comunale Viviana Parisi sono la cartina tornasole di ciò che è accaduto nell’ultimo Consiglio comunale a Lecco, dove per un solo voto il registro Dat-Dichiarazioni di trattamento anticipate non è stato approvato. Il documento, proposto da Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco) e firmato da cinque consiglieri Pd ha visto la netta spaccatura proprio del partito di centrosinistra. Tanto che alla fine è proprio un abile gioco della maggioranza a evitare che il testamento biologico passi. Su 31 votanti in 14 hanno dato parere positivo, mentre in 15 lo hanno bocciato

Decisive le astensioni dei dem Elisa Corti e Roberto Nigriello. La partita a scacchi si è svolta tutta all’interno del Partito democratico: prima dell’inizio dell’assemblea girava la voce che la maggioranza dei consiglieri del gruppo avrebbe votato contro il provvedimento, compreso il sindaco Virginio Brivio. Poi, durante la discussione, la situazione è mutata e dare parere negativo sugli emendamenti correlati al documento sono stati, oltre a Nigriello, Stefano Citterio, Alberto Colombo, Clara Fusi e Antonio Pattarini. Ma il loro voto non avrebbe influenzato il parere positivo dell’assemblea. Ci ha pensato l’ex assessore al Bilancio Corti a cambiare idea, insieme al presidente del Consiglio Giorgio Gualzetti (Appello per Lecco): entrambi infatti hanno modificato il proprio voto in corsa. Una strategia netta, quella dell’establishment dem, che però è venuta a galla negli ultimi minuti, rendendo lampante che quella proposta non sarebbe dovuta passare in nessun modo. E ora nel partito volano gli stracci.

Da una parte c’è rabbia nei confronti di Gualzetti, reo di aver cambiato parere all’ultimo e di non essersi comportato da presidente, ma è soprattutto una guerra interna, con la minoranza dem che se l’è legata al dito. Alcuni consiglieri infatti non hanno dormito la notte dopo il tradimento del partito ed è evidente che ora sarà difficilissimo (se non impossibile) per il primo cittadino ricucire lo strappo all’interno del suo gruppo. Sempre che lui sia interessato a farlo. «Da profondo sostenitore dei principi democratici rispetto il voto del Consiglio – interviene Antonio Schiripo, presidente Pd Città di Lecco, tornando sul testamento biologico –. Ritengo, però, che si sia persa l’opportunità di fornire al cittadino un ulteriore strumento per l’esercizio delle proprie volontà, costituzionalmente riconosciute, in attesa di una norma legislativa, promossa dal Pd, che tarda ad arrivare. Credo che Lecco ora sia un po’ più povera».