Lecco, 26 febbraio 2013 - Vittoria amara per i candidati del Centrodestra lecchese. Gli elettori hanno premiato la coalizione di Silvio Berlusconi, che in provincia si è assestata attorno al 38%, ma rispetto alla precedente tornata del 2008 ha perso parecchi voti, quasi 18 punti percentuali. Il crollo ha interessato sia il Popolo della libertà, passato dal 31 al 19%, sia la Lega Nord, che ha subito una flessione dal 25 al 15%. Dal Centrosinistra, lo schieramento ritenuto quello più accreditato per governare il paese alla vigilia delle urne, non solo non ne hanno saputo approfittare, ma hanno dovuto addirittura fare i conti con un calo dei consensi, fermi al 30%, meno del 31% guadagnato con Walter Veltroni. Il dato è la somma del 27% del Partito democratico, del 2% di Sinistra ecologia e libertà e dell’1% delle altre formazioni minori.

Chi ha sfruttato appieno l’occasione sono stati invece i grillini, i veri vincitori: il Movimento 5 stelle al Senato ha raggiunto il 16%, alla Camera il 19, sfiorando d’un soffio l’obiettivo di diventare la seconda forza del territorio. Salvo rettifiche e aggiustamenti dell’ultimo momento, una delle conseguenze del terremoto firmato Beppe Grillo, che ha attratto specialmente i più giovani come testimoniato dalla differenza di voti tra i due rami del Parlamento, è che a Montecitorio siederanno solo la giovane 28enne Veronica Tentori rivelazione delle primarie del del Pd ed a Palazzo Madama il sindaco 48 enne di Calolziocorte Paolo Arrigoni per la Lega Nord. «Svolgerò il mio compito con il massimo impegno portando a Roma nel cuore tutto il nostro territorio», ha commentato la Tentori. «l nostro deputato Raffaele Vignali, che pur risiedendo altrove è un lecchese di adozione - sottolinea Mauro Piazza, ex coordinatore provinciale azzurro che ha dovuto lasciare l’incarico perché in corsa per le regionali -. Per noi si tratta di un esito inaspettato, non possiamo che essere soddisfatti».
 

Adesso attende gli scrutini per le consultazioni del Pirellone: «Il margine temo si assottiglierà, nonostante i numeri delle consultazioni politiche non credo possiamo lo stesso stare tranquilli».
«Personalmente sono contento, per me, il partito e la coalizione, ma per festeggiare attendo anche l’esito delle regionale; sono l’unico senatore e dovrò rappresentare tutto il territorio», dichiara il neo onorevole Arrigoni. «L’M5S ha raccolto un numero di voti inaspettato - commenta Ercole Redaelli, segretario dei democratici, che confidava in un en pleine con l’elezione pure di Gian Mario Fragomeli e Antonio Rusconi -. Tutto ciò ci impone un profondo ripensamento nella modalità di proporre politica, è una sfida nuova per tutti».

«È straordinario, al di sopra delle aspettative, sebbene un po’ lo immaginavamo - esulta Francesco Orru del Movimento 5 stelle -. La nostra affermazione è frutto del fatto che noi ci siamo mobilitati ancor prima della nascita del movimento, perché siamo una rete civica e continueremo ad esserlo, abbiamo lavorato per i nostri paesi e le nostre città». «Sono preoccupato per il Paese - aggiunge Simone Bonanomi, responsabile di Sel, che si aspettava di portare a Roma Tino Magni -. Noi siamo stati fortemente penalizzati dal Movimento 5 stelle». Sconforto e delusione anche per tutti gli altri esclusi. «È stato un massacro - ammette senza mezzi termini Guido Alberti, referente di Fare per fermare il declino - Gli italiani non vogliono cambiare». «È un responso al di sotto di ogni aspettativa», sentenzia Gino Bandinelli, portavoce locale della Rivoluzione civile di Antonio Ingroia.

di Daniele De Salvo