Lecco, 2 dicembre 2012 - Il popolo lecchese delle primarie si è schierato con Pierluigi Bersani. Su 13.498 persone che si sono presentate alle urne allestite dagli attivisti del centrosinistra, un migliaio in meno rispetto ai 14.898 di sette giorni prima, in 7.353, cioè il 54,58%, hanno votato per il segretario nazionale del Pd, mentre Matteo Renzi ha ottenuto 6.199 preferenze, pari al 45,42%.

Quanti e quest’oggi, domenica, hanno partecipato alle consultazioni interne per indicare il candidato premier di coalizione hanno ribaltato al ballottaggio il risultato del primo turno, che aveva invece sancito una netta vittoria del sindaco di Firenze con 6.377 schede, il 43% dei consensi.

L’ex ministro allo Sviluppo economico del governo targato Romano Prodi è dunque riuscito a spuntarla non solo perché ha intercettato il favore di chi alla precedente tornata aveva privilegiato Nichi Vendola piuttosto che Laura Puppato o Bruno Tabacci, ma anche perché lo sfidante ha perso parte dei suoi consensi.

Si tratta di una manciata di voti, poco più di 200, ma che avrebbero accorciato le distanze e probabilmente reso meno amara la sconfitta. In ogni modo il “rottamatore” ha mantenuto la supremazia in alcuni paesi, come Abbadia, Calco, Casargo, Costa Masnaga, Galbiate, Oggiono, Pasturo, Rovagnate. Nel contempo ha perso quelli che erano ritenuti capisaldi come Lecco, il capoluogo, dove godeva dell’appoggio del primo cittadino Virginio Brivio, Merate, Casatenovo e Valmadrera.