Lecco, 12 ottobre 2012 - Fischi, insulti, cori di protesta, striscioni e richieste di dimissioni questa sera, venerdì, per il presidente dello Lombardia Roberto Formigoni, il quale, per la sua prima uscita pubblica dopo la bufera che ha investito il Pirellone e la sua Giunta per l’arresto dell’assessore Domenico Zambetti, ha scelto Lecco, la propria città, per intervenire ad un dibattito pubblico sul tema del buon governo e la buona politica regionale organizzato dai vertici provinciali del Pdl.

Ad attendere il “celeste” fuori dalla sala Ticozzi di via Ongania, dove si è svolto l’incontro, si sono presentati una cinquantina di aderenti aall’associazione Qui Lecco Libera, al Movimento 5 Stelle, Rifondazione comunista e a Sel. Gli attivisti hanno esposto un lungo lenzuolo con la scritta “Povera Patria schiacciata da abusi di potere, da gente che non sa cosa è il pudore” e cartelloni che lo invitavano ad andarsene. E’ stato investito anche da una pioggia di volantini dello stesso tenore.

Un imponente cordone di sicurezza, composto da carabinieri, poliziotti e agenti della Polizia locale, ha impedito che i manifestanti potessero irrompere nel teatro, dove al governatore sono stati riservati invece applausi scroscianti. In platea l’ormai ex assessore regionale alla Famiglia Giulio Boscagli dopo l‘azzeramento dell‘esecutivo, ex sindaco di Lecco e cognato del presidente, il coordinatore provinciale del Popolo delle libertà Mauro Piazza, il suo vice Giovanni Pasquini, questo ultimi con il compito degli onori di casa, e poi tanti sindaci, amministratori locali e militanti azzurri.

Durante la serata è stato proiettato un video per dimostrato che il sistema lombardo funziona e che gli errori commessi da chi ha sbagliato danneggiato l’impegno e l’immagine di chi da diversi mandati regge le sorti della più importante delle regioni italiane. Ma sono anche trapelate indiscrezioni sulla possibile composizione della nuova Giunta, a cui potrebbero partecipare anche personalità esterne ai partiti di maggioranza. Il numero di membri inoltre, rispetto ai 15 assessori più i quattro sottosegretari che hanno rimesso l’incarico oggi, dovrebbe venire ridotto e non superare la dozzina di unità complessive.